Nazionale, con Mancini rinasce il dolce stil novo

Roberto Mancini
di Ugo Trani
3 Minuti di Lettura
Martedì 11 Giugno 2019, 09:30
dal nostro inviato TORINO «Bisogna vincere per scalare il ranking, non è accettabile che l’Italia sia laggiù». Mancini indica l’obiettivo della notte allo Stadium, guardando alla classifica Fifa e al sorteggio di dicembre per il mondiale 2022: gli azzurri devono riprendere quota. Ora sono al 17° posto. Il 14 giugno, quando si tireranno le somme della stagione, la situazione sarà di sicuro migliore. L’obiettivo del ct è entrare tra le prime 10 d’Europa ed essere testa di serie: la Nazionale (numero 12 del nostro continente), insegue dal basso l’Olanda (11) e la Svezia (10). C’è, dunque, da battere la Bosnia a Torino per allungare la striscia positiva nella qualificazioni europee: 3 successi di fila nei primi 3 match (11 gol fatti e nessuno subito) per comandare in solitudine nel gruppo J. «Ma si comporterà diversamente da quanto ha fatto contro la Finlandia. Ha qualità e talento, si riprenderà e sarà protagonisti fino all’ultimo. E garantisco che non giocheremo con presunzione, soprattutto dopo quanto è accaduto alla Francia contro la Turchia che non è certo superiore alla Grecia. Ho studiato lo score di quella gara e ho capito che è necessario il cento per cento. E in questo caso di più. Rientra Pjanic che fa girare la squadra. Come lo stesso Edin». Chiama per nome Dzeko. C’è stima reciproca. Insieme hanno conquistato la Premier con il City.

COINVOLGIMENTO TOTALE
«Sarei perfetto per quest’Italia: farei il centravanti». Mancini non scherza, perché cerca il finalizzatore (ha cambiato l’attacco in 11 delle 12 partite): 19 gol, con 15 marcatori diversi. «Ma non è normale che siano poche le reti delle punte. Sono comunque sicuro che prima o poi arriveranno. Ci servono: i gol degli attaccanti decidono i match più complicati». Il ct promuove il comportamento del gruppo. «Sono sempre sereno. Di più perché i ragazzi vengono volentieri e si divertono. Il compito per me più difficile è decidere chi mandare in panchina o in tribuna, scontentando per forza qualcuno: nella scelta definitiva incidono la condizione fisica, la qualità e la tattica. Non essere andati al mondiale ci ha dato una spinta in più, ma questa terra ha sempre avuto bravi giocatori. Dovevamo solo andarli a cercare, come ho fatto io. Sono contento perché giochiamo un bel calcio. Abbiamo vinto in passato puntando sulla difesa, ma io sono stato attaccante e ho sempre preferito lo spirito offensivo. Così ho voluto fare solo qualcosa di diverso, proponendo gioco». La Nazionale attacca e aggredisce, ma sa essere pure equilibrata. Da 6 partite (e 568 minuti) non prende gol.

ULTIMA CHIAMATA
La Bosnia, al 35° posto nel ranking Fifa, rischia di essere tagliata fuori già stasera dalla corsa verso Euro 2020. Deludente la partenza della nazionale di Prosinecki nelle qualificazioni europee: vittoria risicata al debutto in casa con l’Armenia, pari interno facendosi rimontare 2 reti dalla Grecia (2-2) e ko sabato in Finlandia. Solo 4 punti e quindi il pericolo di ritrovarsi dopo 4 partite lontana 8 punti dall’Italia e quindi di non poter giocare nemmeno per il 2° posto, occupato, con 6 punti, proprio dalla Finlandia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA