Il cammino per recuperare il terreno dalle altre nazionali è tracciato, ora va però percorso, senza far diventare il Mondiale donne il bel ricordo di un’estate italiana. Lo ha sottolineato Sara Gama alla vigilia del match, lo ha ribadito Milena Bertolini dopo il match. «Pianificate, create un cronoprogramma per arrivare al professionismo», il messaggio lanciato alla Figc. Che, pur riconoscendo l’importanza del movimento femminile non ha voluto farsi trasportare dall’emotività. In questa ottica va letta la frenata dopo l’ultimo Consiglio Federale, che ha fatto suonare un campanello d’allarme tra le azzurre, che nel dopo-gara ieri hanno evidenziato il timore che una volta passata l’euforia, il calcio femminile sia dimenticato e torni nel dilettantistico dov’è cresciuto e sviluppato. Anche se proprio il numero dei dilettanti e vice presidente vicario, Cosimo Sibilia, ha ribadito che il mondiale «non è la fine di un sogno, non é un punto di arrivo, ma una partita da cui ricominciare».
L’IMPEGNO
Concetto che, probabilmente, lo stesso Gravina ha spiegato a voce alle ragazze (o anche solo a Sara Gama, la capitana che è anche componente del Consiglio Federale): «Hanno lasciato una traccia indelebile, è un patrimonio che dobbiamo difendere e valorizzare», ha sottolineato il numero uno federale. Che al professionismo vuole arrivare, ma senza farlo diventare un salto nel buio. Considerazione che forse tiene conto anche della notizia (passata un po’ in sottordine) che il ChievoVerona di Campedelli ha separato la propria strada da quella del ChievoVerona Valpo femminile. Un passo indietro dovuto ai minori introiti del club dopo la retrocessione in B.
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