Nazionale, Mancini: «Dobbiamo tornare a divertirci. Attaccanti in crisi? Qualcosa di anomalo in Italia»

Il ct spiega le convocazioni: «Abbiamo solo due partite, c’era il rischio che qualcuno finisse in tribuna. Saranno sei mesi durissimi»

Italia, Mancini: «Dobbiamo tornare a divertirci. Attaccanti in crisi? Qualcosa di anomalo in Italia»
di Mario Tenerani
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Lunedì 19 Settembre 2022, 15:32 - Ultimo aggiornamento: 15:37

Riparte la Nazionale del Mancio. Orfana del Mondiale, “saranno sei mesi durissimi per noi”, il ct deve pensare alla Nations League con le ultime due sfide: “Nel girone può ancora accadere di tutto, noi puntiamo al primo posto”. Torna a casa quasi sicuramente Verratti, potrebbe arrivare Frattesi, da valutare Pellegrini e Tonali. Mancini parla da saggio: “Da quando ho cominciato la mia avventura in azzurro, di italiani ne giocano addirittura meno… Ma noi dobbiamo tirare avanti”. Si comincia il 23 settembre a San Siro con l’Inghilterra e si chiude con l’Ungheria a Budapest il 26. 
A fine conferenza stampa due riconoscimenti importanti: Gianluca Vialli premiato con “Il cuore da Leone”, trofeo USSI edizione 2021, intitolato a Gianluigi Corti e poi premio Ussi Toscana insieme a “Costruiamo gentilezza”. Questo trofeo è andato a Guglielmo Vicario, azzurro e portiere dell’Empoli, per aver accolto, a fine marzo, una famiglia ucraina scappata dalla guerra. “Il bambino si sta integrando, ha iniziato la prima media”, ha raccontato il numero uno dell’Empoli. “Sono grandi soddisfazioni morali”. Complimenti.
 

Mancini, cosa si aspetta da questi ultimi sforzi?
“Il risultato perché nel gruppo può succedere di tutto.

Puntiamo a vincerne due per il primo posto”.

Convocazioni particolari, mancano dei big. Perché?
“Spinazzola mi ha chiamato e mi ha detto che non si sentiva benissimo. Gli altri li ho lasciati perché abbiamo solo due partite c’era il rischio che qualcuno finisse in tribuna. E allora, siccome giocano ogni tre giorni, meglio risparmiarli.  Lo so è un dispiacere lasciare tanti bravi a casa”.

Attaccanti italiani, sempre meno…
“Qualcosa di anomalo, in Italia sempre meno grandi attaccanti. Ora pochissimi, l’unico è Ciro Immobile. Ci crea un po’ di difficoltà e speriamo non sia una crisi irreversibile. La speranza è che escano nuove punte per il futuro della Nazionale. Il problema degli attaccanti non è piccolissimo”.

Tanti volti nuovi tra i quali Mazzocchi: cosa possono dare in prospettiva?
“Bisogna cercare di avere la stessa personalità e tanta voglia di vincere, altro che sistema di gioco. Abbiamo azzurri polivalenti, non è il dilemma cambiare schema. La priorità resta giocare bene. I portieri andavano valutati. Mazzocchi è ragazzo avanti con l’età, sta facendo bene, ha forza fisica e tecnica”.

L’ultimo atto fu la terribile sconfitta 5-2 con la Germania. Cosa rimane di quella gara?
“Il 5-2 fa male, però ho visto anche cose buone. Eravamo alla quinta partita dopo una stagione lunghissima. Loro stavano veramente bene. Ci è servita. Bell’esperienza. Dalla sconfitte nascono cose buone. Comunque con 5 punti nel girone ce la giochiamo”.

Capitolo infortunati.
“Marco Verratti torna a casa, non riesce a camminare. Tonali non è un grande problema, Pellegrini è da valutare, mentre Politano è ok. Al posto di Verratti forse richiamiamo un ragazzo, magari Frattesi".

Il modulo 3-5-2 può diventare un’alternativa?
“Non lo scarto a priori, ma per farlo ci vogliono ragioni valide”.

Scamacca ora è all’estero.  
“È andato in un campionato difficile, ci vorrà un po’ di tempo per capire il calcio inglese. Serviranno 4-5 mesi per ambientarsi, ho parlato col suo allenatore e con lui”.

Che pensa della sorpresa Udinese? 
“Beh, a parte il fatto che di italiani ce ne sono pochi… Posso dire che è una bella squadra, molto fisica”.

Mancini, che deve fare ora l’Italia?
“Dobbiamo riprendere a giocare come sappiamo, con più entusiasmo. Non siamo in un momento felicissimo, ma dobbiamo tornare a divertirci”. 

È l’inizio del quinto anno: il suo stato d’animo qual è?
“Saranno sei mesi durissimi, fino a dicembre. Per noi qui, fino a dopo il Mondiale. La spinta ce la deve dare il fatto che abbiamo vinto l’Europeo. Speriamo di fare un altro periodo bello”. 

È difficile anche per i pochi italiani…
“Da quando ho cominciato sono diminuiti… Chiamiamo anche quelli in B che pensiamo possano essere bravi. Noi andiamo avanti per la nostra strada. È giusto che un club vada per la propria. Speriamo di non sbagliare le scelte. Alcuni di B meriterebbero di stare in A”. 

La tragedia delle Marche, come l’ha vissuta?
“Ero lì… Mai visto piovere così tanto. A dieci chilometri da casa mia sono morte persone per la pioggia. Mai più una cosa del genere. Serve più attenzione prima e bisogna rimettere le cose a posto prima che accadano. Un grande dispiacere. Ero dai miei genitori”.  

Il 25 si vota, ci sono novità per consentire agli azzurri di recarsi al seggio?
“Purtroppo non possiamo far votare i ragazzi sul posto come pensavamo. Ora vinciamo con l’Inghilterra poi i miei giocatori cercheranno di andare nelle loro sedi per votare”.  

Il Napoli ha cinque convocati, un bel segnale. 
“Sono tanti perché ci sono molti italiani. E comunque anche prima erano quattro perché comunque Politano è sempre stato con noi. Raspadori può giocare in più ruoli in attacco”.

Il campionato migliora nell’intensità?
“Ho visto alcune partite intense, Atalanta-Milan ad esempio. Partite belle altre meno. Milan-Napoli è stata di livello alto, ma ancora non ci si avvicina al campionato inglese”.

Gli italiani che vanno a giocare all’estero come li vede?
“I ragazzi all’estero migliorano sicuro, su tutti i piani. La speranza che possano giocare tante gare”. 

Ha visto barcollare Balotelli…?
“Non ho visto il video… Beh, qualche volta nella nostra vita siamo stati barcollanti…”. 

Quelli della MLS hanno le stesse chance di essere chiamati?
“Insigne ha avuto un problema familiare molto grave per quello non è venuto, ma nessuno è tagliato fuori”.  

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