Italia, come te nessuna big in Europa

Italia, come te nessuna big in Europa
di Ugo Trani
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Domenica 6 Giugno 2021, 07:30

Di solito si presenta quasi di nascosto, accompagnata da veleni e scandali. È successo anche all’Italia di Lippi nel 2006, stravolta da Calciopoli prima di diventare campione del mondo a Berlino. Adesso arriva, invece, lanciata all’Europeo. Come nessuna delle nazionali che puntano ad arrivare a Londra per la finale di Wembley e per alzare la coppa. Meglio di qualsiasi favorita. Il percorso di Mancini è stato straordinario: 27 partite senza perdere (22 successi e 5 pareggi), 8 vittorie di fila (bis della striscia che poi finì dopo 11 gare consecutive e senza prendere reti): mai accaduto ai ct che l’hanno preceduto) e solo 1 gol incassato negli ultimi 12 match. Anche se gli avversari non sono stati di prima fascia, la serie di risultati utili pesa, considerando l’abitudine azzurra di snobbare i meno quotati e di esaltarsi solo quando l’acqua è alla gola.
TRIONFO DELLA DIFESA 
L’imbattibilità dell’Italia, iniziata il 10 ottobre del 2018 con il pari a marassi contro l’Ucraina, fa rumore se paragonata al rendimento delle altre. Serie limitate. Giusto la Francia campione del mondo, con 16 gare, sembra all’altezza della Nazionale di Mancini. Il Belgio, al 1° posto nel ranking Fifa (azzurri al 7°), si deve accontentare di 6. Addirittura di 5 il Portogallo di Ronaldo campione in carica, la Spagna e l’Inghilterra. Appena 1 per la Germania. Gli azzurri sono gli unici, tra l’altro, a non aver mai perso da quando cominciarono, nel marzo 2019, le qualificazioni europee. E difendono alla grande, con la migliore media gol subiti: 0,32. Il Belgio di Lukaku merita comunque il primato nella classifica mondiale: giocando le stesse gare (19), ha segnato più reti dell’Italia nei 2 anni abbondanti presi in esame (68 a 50) e raccolto 1 punto in più (52 a 51).
KO IN FAMIGLIA
C’è, intanto, chi riesce a battere Mancini (0-1). Il successo rimane, però, a Coverciano: sul campo Bearzot del centro tecnico federale, l’Under 20 di Bollini si è presa la soddisfazione di vincere contro le riserve azzurre.

Il test fatto in casa non è una partita ufficiale, come non fu quella contro il Pontedera (1-2), sempre nel football ranch sotto la collina di Fiesole. Solo che l’amichevole in cui D’Arrigo con la sua squadra di serie C2, il 6 aprile del 1994, mandò in tilt il 4-4-2 di Sacchi (poi vicecampione del mondo negli Usa), venne catalogata come vera. Da 90 minuti, per capirsi. Adesso, invece, ne sono stati giocati appena 20 per tempo, giusto per far crescere il minutaggio del gruppo. Sono scesi in campo 14 giocatori: quelli entrati in corsa a Bologna e anche chi non è stato utilizzato contro la Repubblica Ceca. Sirigu, Toloi e Raspadori hanno rafforzato la formazione dei giovani. Nella ripresa è toccato a Meret, Emerson e Chiesa. Decisiva la rete di Cangiano, attaccante diciannovenne in prestito nell’ultima stagione all’Ascoli e di proprietà del Bologna. Sinistro a giro al 10’ del 1° tempo. L’Italia non si è accesa, andando al minimo. E nessuno tra le riserve ha dato segnali che possano spingere Mancini a cambiare interpreti entro venerdì, gara del debutto nell’Europeo contro la Turchia all’Olimpico: normale la prestazione di Emerson e Chiesa, fuori condizione Belotti. Nella ripresa ok i portieri. Sempre out Verratti, si è rivisto Pellegrini. Dopo la partitella in famiglia, il ritorno a casa anche per i 14 (i titolari hanno anctipato la partenza). I 26 si ripresenteranno a Firenze stasera entro le 22. Non Sensi, ovviamente. Tonando al Pontedera, la similitudine sta nel pareggio annullato agli azzurri. Collina negò a Massaro il gol per il 2-2 (palla oltre la linea) così come Fiero ha fatto con Di Lorenzo per l’1-1 (non si sa se in fuorigioco su lancio di Pellegrini).

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