daal nostro inviato
MONACO
L’infortunio a Leonardo Spinazzola è l’unica nota stonata di un gruppo che stupisce e sogna. Che manda in estasi un Paese alla ricerca di una rinascita, morale, economica, di tutto. Perché l’utopia è stata annullata dopo la vittoria sul Belgio a Monaco di Baviera. E’ stata sostituita dalla realtà, che non è più cruda e deprimente, come quella notte di novembre di quasi 4 anni fa, della rinuncia al Mondiale russo: l’Italia è tra le prime quattro in Europa, non una qualsiasi. E poi chissà. Ora in semifinale c’è la Spagna, che sta come l’Italia, che anche lei è partita dalle retrovie e a Wembley sarà una sfida ad alta qualità, per restare in Inghilterra e per guardare all’11 luglio con ottimismo. E una volta che si è arrivati a San Pietro è giusto vedere il Papa, si dice così, no?
ITALIA, NUMERI CHE RESTANO
Ma è ancora presto, bisogna aspettare qualche giorno per vedere se Mancini e compagni potranno alzare ancora di più l’asticella e chissà, anche la Coppa.
IL RECORD - Ma erano altri tempi, forse. Ma le 11 reti segnate in questo Europeo costituiscono un record: gli azzurri non avevano mai segnato così tanto durante questa competizzione, solitamente maledetta per i nostri colori. Solo una volta, è stato fatto meglio ma era un Mondiale, quello del 2006 poi vinto, con dodici reti. La coralità dell’Italia si nota anche dalle reti dei centrocampisti, cinque (2 Pessina, Barella, 2 Locatelli). Nessuna nazionale in questo Europeo ha fatto meglio. Conto paro per Immobile 50 presenze tonde tonde, e conto paro per Bonucci alla centesima di titolare.
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