Dall’Allianz di Monaco di Baviera all’Allianz di Torino, poco più di tre mesi dopo: è sempre Italia contro Belgio. Cambia l’atmosfera, il contesto, la posta in palio, ma questa è una partita che alla fine vale sempre, anche se stavolta vedremo in campo le seconde linee. Esperimenti in vista del futuro. Roberto Mancini lo sa quanto valga, lo ha ribadito ieri e nei giorni scorsi. «Tratteremo la finale per il terzo posto con grande rispetto», va dicendo. Sembra valere meno, forte della prima posizione nel ranking (l’Italia al momento è quinta, dietro ai rivali di oggi, Brasile, Inghilterra e Francia), per il Belgio di Roberto Martinez, che rinuncia in partenza a Lukaku e Hazard, ufficialmente acciaccati. Insomma, non siamo a Monaco di Baviera, non c’è in palio una semifinale da conquistare, non c’è un Europeo da prendersi ma non chiamiamola finalina. Entrambe la vogliono vincere (ventimila biglietti venduti per la sfida dello Stadium di Torino). Italia e Belgio, reduci dalle sconfitte contro Spagna e Francia, già guardano al Mondiale, che passerà dalle sfide qualificazione di novembre, decisiva per gli azzurri sarà quella con la Svizzera. Conterà arrivare primi nel girone e restare testa di serie (mantenendosi ad aprile, in caso di qualificazione, entro le prime sette del ranking). Quindi, oggi pomeriggio, fa comodo vincere, senza dubbio, per i punteggi. Mancini, poi, non vuole la seconda sconfitta di fila, la sua Italia non è abituata. E nemmeno noi. E poi c’è una tradizione da rispettare.
Bilanci
Il bilancio delle sfide ufficiali (ventitré in totale, 15 i successi dell’Italia) tra Belgio e Italia vede sempre gli azzurri in vantaggio 4 vittorie contro 1 successo della Nazionale belga (13 maggio del 1972, in occasione delle qualificazioni per l’Europeo), 2 i pareggi. Martinez - nonostante le assenze - prova a tenere alta la tensione e a motivare la squadra, affinché non si lasci andare troppo. Nel gruppo c’è chi, come il portiere Thibaut Courtois, ha ampiamente mostrato uno scarso interesse per la gara di oggi. «È da tre anni che siamo in testa, vogliamo preservare il ranking, è un punto fermo», le parole del ct belga.