Roma, Aldair: «Mou è il tecnico giusto per vincere. Mi ricorda Capello...»

Roma, Aldair: «Mou è il tecnico giusto per vincere. Mi ricorda Capello...»
di Alessandro Cristofori
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Giovedì 9 Settembre 2021, 07:35

In lontananza si sente il grido di chi ha appena segnato un gol mentre il sottofondo è riempito dalle note di una canzone che si fa fatica a riconoscere. Due elementi che individuano meglio di Google Maps, la posizione dell’interlocutore: Brasile. Come se Aldair Nascimento Dos Santos, uno dei più grandi difensori della storia del calcio, non rispondesse al telefono ma fosse proprio lì accanto. Il Campione del mondo ha lasciato Roma per trasferirsi a Vitoria quattordici mesi fa. Ma la sua città adottiva gli manca e anche se presto tornerà a riabbracciarla, un po’ di saudade romana si fa sentire.
Aldair avrà saputo che a Roma si parla solo di Mourinho. 
«Credo sia abbastanza normale, conosco molto bene i romanisti e penso anche la società. Gli hanno regalato l’uomo giusto. Ci voleva uno così per indirizzare le cose in un certo modo. Non posso non pensare a quando Sensi prese Capello anche se la squadra era molto forte e infatti vincemmo lo scudetto al secondo anno. La prima stagione però servì per porre le basi e farci apprendere le sue idee, potrebbe ricapitare la stessa cosa».
Scelta migliore non si poteva fare quindi?
«Assolutamente. Nel calcio è sempre un discorso di mentalità. Io non ho avuto mai la fortuna di giocarci contro in una partita ufficiale ma con Josè ci siamo conosciuti nella partita d’addio di Nakata, in Giappone. Pensavo fosse un burbero, invece ho scoperto un personaggio divertente, molto cordiale. La cosa che mi colpì moltissimo era la voglia di vincere anche in una partita amichevole. Un maniaco dei dettagli».
Con un allenatore così si può già sognare lo scudetto?
«Non esageriamo è troppo presto. Anche se io una piccola possibilità me la riservo proprio per l’allenatore che siede in panchina. Lui è in grado di trasformare i calciatori dal punto di vista caratteriale, convincendoli di qualsiasi cosa. Magari gli riesce un capolavoro già in questa stagione».
Cosa le piace della Roma?
«Fino ad oggi ho potuto vedere soltanto degli highlights ma credo che Abraham sia un acquisto importante, potente e veloce, il degno erede di un campione come Dzeko. Poi c’è Pellegrini che stimo da sempre, è un ragazzo che ha una grande intelligenza calcistica. Sono anche contento che sia il capitano in modo da continuare una bella tradizione che c’è alla Roma».
Come mai nella Roma, ormai da qualche anno, fatica a farsi largo una colonia di calciatori brasiliani come un tempo?
«E’ vero e francamente un po’ mi dispiace. Non so dirti quale sia il motivo. Prima dell’inizio del mercato sono riuscito a farmi anche una chiacchierata con Tiago Pinto e abbiamo parlato di tutto anche di questo argomento. Ho capito che loro stavano monitorando alcuni brasiliani ma le esigenze erano quelle di vendere e di tenere in ordine i conti. Del resto qui nel nostro campionato ci sono dei talenti che devi andare a prendere quando sono molto giovani, altrimenti rischi di pagarli tantissimo. Se si trasferiscono in Europa poi, diventano inaccessibili per molti club».
Lei è ancora in Brasile ma quando tornerà a Roma, andrà a trovare Mourinho a Trigoria?
«Certo, sono molto curioso di sentire le sue impressioni sulla città e la squadra.

Sarà l’occasione anche per salutare Tiago Pinto. Parleremo portoghese».

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