Inter, la forza di Lukaku può valere la finale di Europa League

Inter, la forza di Lukaku può valere la finale di Europa League
di Salvatore Riggio
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Mercoledì 12 Agosto 2020, 09:30
Una forza di volontà mai vista prima. Così Lukaku sta trascinando l’Inter in Europa League con l’obiettivo di guidarla fino a Colonia, sede della finale (in programma il 21 agosto). Ma nella vita di Romelu nulla è stato facile. L’infanzia di stenti nei sobborghi poveri di Anversa non può essere dimenticata. Di strada il belga ne ha fatta tanta, fino alle magie con la maglia nerazzurra. Passando dalle giocate con Anderlecht, Chelsea, West Bromwich, Everton e Manchester United, senza trascurare i due Mondiali (2014 e 2018) e l’Europeo del 2016 disputati con il Belgio. Non molto tempo fa Lukaku aveva accennato alla sua storia: «Eravamo in miseria, non semplicemente poveri». Una madre che scoppia a piangere, un menù che era «il solito pane latte allungato con l’acqua, era tutto ciò che ci potevamo permettere». Quando in casa la famiglia Lukaku era rimasta senza soldi, era sparita la televisione, spesso anche la luce e l’acqua. È in quel contesto che nasce la voglia di riscatto di Romelu, il gigante buono, fortemente voluto da Antonio Conte, che ne ha sempre apprezzato il temperamento e il senso del lavoro. È grazie al suo carattere che Lukaku è riuscito a mantenere la promessa fatta al padre, nell’ennesima giornata di sconforto familiare: «Quando avrò 16 anni e potranno farmi un contratto da professionista, cambierà tutto». L’attaccante dell’Inter ha sempre avuto le spalle larghe, ha abbattuto la diffidenza dei «genitori degli altri ragazzini» e a 17 anni ha vinto in Belgio il suo primo scudetto con l’Anderlecht: «Non volevo essere tra i più forti, puntavo a essere semplicemente il migliore». 

SECONDA GIOVINEZZA
All’Inter sta vivendo una seconda giovinezza con i suoi 31 gol stagionali (23 in campionato, due in Coppa Italia, due in Champions e quattro in Europa League). In tanti sanno che il fratello di Romelu è Jordan Lukaku, esterno della Lazio (85 presenze e un gol in quattro stagioni), ma pochi conoscono il cugino, Boli Bolingoli-Mbombo, difensore del Celtic. A causa sua, il governo scozzese ha minacciato di sospendere il campionato, ripartito all’inizio di agosto con la stagione 2020-21. Questo perché il parente di Romelu ha ammesso di essere sceso in campo domenica contro il Kilmarnock, nonostante fosse tornato poco prima da un viaggio in Spagna e senza, quindi, osservare la quarantena obbligatoria di 14 giorni prevista per chi arriva dal paese iberico. «Un comportamento inaccettabile», che rischia di costare caro ai tifosi scozzesi.
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