Inter, Bastoni: «Mia figlia si chiama Azzurra. La prossima la chiameremo Nera...»

Inter, Bastoni: «Mia figlia si chiama Azzurra. La prossima la chiameremo Nera...»
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Venerdì 29 Aprile 2022, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 14:48

La battuta di Bastoni sta esaltando i social interisti. Il difensore, durante l'intervista a Diletta Leotta, ha annunciato un evento che solo un grande tifoso dell'Inter poteva immaginare: «Ho una figlia che si chiama Azzurra. La prossima la chiameremo Nera...». Il riferimento ai colori della squadra di Milano è ovvio ma anche esaltante. Bastoni, nella clip mandata in onda da Dazn, si racconta alla conduttrice della piattaforma streaming mentre gioca a ping pong: «Come sono le mie giornate libere? Gioco alla play station solo in ritiro ad Appiano Gentile. Ora il pensiero principale è mia figlia. L'ho chiamata Azzurra per la Nazionale? No in realtà stiamo pensando di farne un'altra e di chiamarla Nera...»

Bastoni e le partite all'oratorio

«Ho mosso i miei primi passi a livello calcistico in un oratorio, son sempre stato un bambino molto timido e facevo fatica a interagire con gli altri nelle squadre di calcio, quindi venivo in Oratorio con i miei amici e giocavamo».

Alessandro Bastoni, difensore dell'Inter e della nazionale, è il protagonista di «Day Off», il programma di Dazn che racconta una giornata fuori dal campo in compagnia di un calciatore di serie A. Il primo club a scoprirlo fu l'Atalanta: «Al provino mi ha portato il papà di una mia compagna d'oratorio che ha detto a un visionatore, Franco Maffezzoni, di venire a vedermi e lui mi ha portato nell'Atalanta a 7 anni e non me ne sono più andato fino ai 19» racconta, tra l'altro, Bastoni. «Gasperini per me è stato fondamentale, a 17 anni mi ha chiamato in prima squadra - ricorda ancora - in un'Atalanta che puntava già all'Europa. Ha puntato su di me fin da subito, io ho ripagato la sua fiducia e lo ritengo una persona fondamentale per il mio percorso». Un altro allenatore citato è Antonio Conte, «al quale devo veramente tanto, mi ha consacrato, mi ha trasmesso tanto a livello tecnico e di mentalità. Non è da tutti far giocare un ragazzo nell'Inter, in un Inter che doveva ripartire quindi gli devo tantissimo»

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