Il match analyst Bacconi spiega il Football Virtual Coach: «Ecco come vincere usando il tablet»

Il match analyst Bacconi spiega il Football Virtual Coach: «Ecco come vincere usando il tablet»
di Massimo Caputi
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Lunedì 18 Novembre 2019, 10:30
Presentato a Barcellona giovedì scorso, Football Virtual Coach sarà la novità tecnologica a disposizione di tutti gli allenatori dalla 1 giornata di ritorno di Serie A. Adriano Bacconi, campione del Mondo con la Nazionale Italiana nel 2006 come tattico di Lippi ha sviluppato negli anni una metodologia di allenamento denominata Calcio 4D che si basa sull’analisi delle 4 dimensioni spazio-temporali della partita di calcio. Con MathandSport ha iniziato una collaborazione stretta per trasformare queste idee in numeri e modelli di analisi oggettivi. Il software che è stato sposato dalla Lega Serie A tiene conto proprio delle sue linee guida tecnico-tattiche. 
In cosa consiste Football Virtual Coach?
«Esiste da anni un servizio che la Lega fornisce ai club e che consente di rilevare la posizione in campo di giocatori e palla. Si tratta di una tecnologia usata in primis dagli israeliani per motivi militari e denominata video-tracking che distingue i pixel delle maglie dal background verde del campo. In questo modo attribuisce ai giocatori la coordinata esatta di dove sono quaranta volte al secondo. Queste telecamere speciali, rispetto ai sistemi GPS, non sono invasive e non subiscono le distorsioni di segnale dovute alle coperture degli stadi. Inoltre rilevano la posizione della palla. I file con queste informazioni arrivano in tempo reale nel cloud. Qui incontrano la potenza di calcolo e gli algoritmi di MathandSport. Le elaborazioni sono restituite direttamente all’interno di una App tablet in panchina sotto forma di indici di prestazione, trend, grafici, visualizzazioni animate e notifiche con precisi indicazioni a supporto dei processi decisionali degli allenatori».
Come entra in gioco l’intelligenza artificiale?
«Finora queste informazioni erano usate solo per produrre dati atletici di tipo quantitativo come le distanze percorse o il numero di sprint, io le usai la prima volta, ma non in tempo reale, con la Nazionale italiana durante il Mondiale 2006. Oggi l’intelligenza artificiale riesce a determinare tutte le possibili opzioni di passaggio del portatore di palla e a capire se sceglie quella migliore in rapporto al rischio. Non solo, può determinare se per una squadra è più efficace giocare in ampiezza o in profondità, pressare alto o basso, puntare sul possesso manovrato o sulle transizioni, abbassare o alzare il ritmo di gara».
Come è stata realizzata questa app tablet? Quali parametri sono stati inseriti?
«Si può codificare in tre modi: a punti, a linee e ad aree. Riportando questo al calcio potremo usare la metafora della torta a tre strati. Il più superficiale lo vediamo tutti anche in tv, è quello dei punti dove avvengono i gesti tecnici. Il secondo è quello delle linee “invisibili” che collegati questi punti, i giocatori, a formare i reparti o che uniscono le linee dei passaggi. Lo strato più profondo lo vede solo chi possiede gli strumenti concettuali, è quello delle superfici che coprono in campo le due squadre aprendo e chiudendo spazi di gioco. Tutti questi parametri sono stati inseriti nel cervello artificiale di MathandSport che, partita dopo partita, impara a riconoscerli in maniera più precisa. Su queste conoscenze aumenta anche la sua capacità di predire cosa può succedere». 
Come potrà essere usato dagli allenatori?
«Il Football Virtual Coach fa tutto questo senza problemi. Processa tutte le informazioni e filtra per il coach e il suo staff solo gli aspetti più significativi. Nel tablet c’è un cruscotto coi parametri di sintesi e, soprattutto, quei messaggi istantanei che permetteranno di portare accorgimenti immediati. Ad esempio “chiudere meglio le linee di passaggio su Krunic”, “continuare a cambiare gioco su Cuadrado”, “Higuain non deve venire incontro ma attaccare il lungo». 
Avendo tutti gli stessi dati non si rischia che le partite siano bloccate?
«Il sistema offre delle opportunità per ottimizzare le strategie di gioco che l’allenatore vuole applicare. Potrà anche impostare delle regole e avere risposte customizzate sulle sue esigenze. Ad esempio se l’allenatore pensa sia utile applicare la regola dei 3 secondi di Guardiola, tempo massimo per recuperare la palla dopo averla persa, gli arriveranno messaggi specifici su questo aspetto. In campo sarà sempre determinante l’interpretazione dei singoli». 
I dati possono essere usati in settimana per le strategie di preparazione alla partita successiva, per studiare ogni avversario?
«Sicuramente. Saranno creati dei veri e propri simulatori di gioco per allenare i calciatori come i piloti degli aerei dove, introdotti tutti i parametri della prossima partita, ricreeranno con animazioni 3D le situazione di gioco che si potrebbero verificare. I giocatori potranno quindi prepararsi prima mentalmente guardando le simulazioni sui propri smartphone, eppoi facendo pratica in allenamento». 
Quali sono stati le reazioni e i commenti degli allenatori a questa nuova tecnologia?
«Ne abbiamo parlato con alcuni staff e stiamo facendo fine tuning. La tecnologia c’è, l’idea è apprezzata. Servirà un lavoro che durerà tutto il girone di ritorno per entrare dentro il work-flow che ogni staff ha costruito negli anni».
Quali sono i passi successivi e dove si può arrivare?
«L’app tablet per i coach è solo il primo passo. Seguirà l’app per i fan basata sulla visualizzazione delle informazioni in realtà aumentata con forti interazioni social. Il cellulare diventerà il second screen personalizzato da usare allo stadio o sul divano di casa davanti alla tv. Siamo solo all’inizio di una rivoluzione mediatica che con le reti 5G cambieranno il linguaggio e le modalità di fruizione dei contenuti in settori cruciali della sport industry come quelli delle piattaforme OTT, del gaming, del betting e delle sponsorizzazioni».
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