Immobile, consegnata la Scarpa d'Oro: «Dedicata ai tifosi che stanno soffrendo»

Immobile, consegnata la Scarpa d'Oro: «Dedicata ai tifosi che stanno soffrendo» Foto: Marco Rosi
di Emiliano Bernardini
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Mercoledì 10 Marzo 2021, 13:52 - Ultimo aggiornamento: 17:44

Un lungo applauso quando Immobile entra nell’aula Giulio Cesare del Campidoglio. E poco importa il ritardo: è il Ciro Day. Tutti in piedi. Sugli schermi le immagini dei 36 gol. Davanti allo scranno della sindaca Virginia Raggi la maglia della Lazio numero 17 e sopra la scarpa d’oro. Eccolo il Re dei Bomber seduto alla sinistra della prima cittadina. Emozionatissimo. La sua famiglia che non gli toglie gli occhi di dosso. Così come i tanti tifosi “fortunati” che hanno potuto assistere alla premiazione. Ancora applausi. «In questo momento di smarrimento lui è la dimostrazione di come da una caduta ci si può rialzare più forti di prima» l’introduzione di Giorgia Cardinaletti chiamata a presentare la giornata insieme ad una voce storica della Rai, Riccardo Cucchi. Grande tifoso laziale. Durante la presentazione dell'evento da parte di Virginia Raggi, è stato fatto un ricordo per Arturo Diaconale, portavoce biancoceleste scomparso qualche mese fa: «Permettetemi di ricordare la scomparsa di una grande figura, quella di Arturo Diaconale. Manca a tutti la sua signorilità, tratto della sua personalità sia come uomo che come giornalista». Puntuale l'applauso dell'intera sala consiliare.

Visibilmente emozionato, il ringraziamento di Ciro Immobile: «È un’emozione enorme, sono orgoglioso anche di riceverlo qui in questa sala al Campidoglio.

Con i tifosi sarebbe stata un’altra cosa, quindi glielo dedico a loro, che stanno soffrendo nel non poter venire allo stadio. Devo ringraziare la mia famiglia se sono cresciuto così. Non ho mai sentito la mancanza dei miei genitori, anche se sono andato via di casa da giovane. La Scarpa d’oro è il frutto del lavoro che ho fatto con il mister e la squadra. Anche i miei compagni hanno vinto questo premio, non avrei mai immaginato di poter vincerlo da solo. Mi sono emozionato alle parole del presidente: quando mi elogiano per le mie qualità umane è bellissimo».

La mamma Michela: «Per tutti i sacrifici che ha fatto Ciro alla fine siamo stati ripagati. Mi diceva: "Io devo diventare calciatore e andare in Nazionale" e infatti ci è riuscito. È testardo. quello che vuole lo ottiene. Non ti so descrivere l’orgoglio, una cosa immensa. Sono toppo emozionata».

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Da Raggi a Lotito, il tributo a Immobile

La sindaca Raggi: «Oggi nelle periferie ci sono tanti bambini che sognano di diventare Ciro Immobile. Questo premio è dedicato anche a loro e a tutti i tifosi che non vedono l’ora di tornare allo stadio. Questo premio va oltre le statistiche e i numeri. Ringrazio un calciatore che è un esempio, un calciatore che ama lo sport che usa sempre toni equilibrati e si batte per i compagni. Vorrei sottolinearne anche la sua generosità e mi preme dire che oggi premiamo Immobile per le sue 36 reti, ma tuttavia credo che sia necessario sottolineare che questo premio vada dedicato a tutta la squadra. I compagni sono determinanti per raggiungere tali traguardi».

Poi è il turno di Claudio Lotito: «È sempre un grande onore essere qui. Non entro nel merito dei dati, parlo del Ciro umano. È un ragazzo che ha consentito a questa società di crescere in termini di credibilità e visibilità. Ha portato delle gioie nelle case dei tifosi e stemperato delle tensioni nella città. I giovani lo identificato come loro padre, con cui dialogare. È entrato nel cuore delle persone e dei cittadini, Ciro. Nei giovani e negli anziani, che lo riportano indietro nel tempo quando la Lazio non aveva l’organizzazione attuale. Quando sta in campo, sembra che porti addosso tutto lo sforzo collettivo, che viene finalizzato da lui. I calciatori, una volta che raggiungono certi traguardi, si allontanano, invece Immobile è rimasto uno del popolo. Con la sua semplicità e umiltà ha colpito e commosso anche il Santo Padre. Immobile rappresenta Roma, di cui la Lazio è la prima squadra. È un riconoscimento che va a tutti: a Ciro, alla squadra e alla città intera».

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