Lazio e Italia, incubo Immobile. E dal Portogallo: «Futuro con Conceicao»

Lazio e Italia, incubo Immobile. E dal Portogallo: «Futuro con Conceicao»
di Alberto Abbate
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Sabato 19 Febbraio 2022, 06:21 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 08:56

Una, due, tre volte. Incubo Immobile, prigioniero di un altro lockdown domiciliare. Così è snervante. La Lazio non comunica nulla ufficialmente, ma non sembra più solo una febbre qualunque. Guarda caso, dopo l’ultimo test, Ciro resta di nuovo isolato nella sua villa a Monte Mario, non si può muovere. È incredibile: un anno dopo l’attorcigliata vicenda “tamponi”, era risultato positivo poco più di un mese fa, a fine dicembre. Vaccini, anticorpi non lo proteggono da ricadute nemmeno nel 2022. Ciro supera tutto, ma non questo Covid terribile. La scorsa settimana aveva recuperato addirittura in due giorni da una forte contusione, col Bologna si era appena ripreso il trono solitario di capocannoniere. Stavolta è sconsolato e inerme. A Oporto non ha potuto raggiungere Simone Inzaghi a quota 20 gol per essere il miglior bomber europeo di sempre. E adesso salta pure Udine, dove la Lazio - sbarcata ieri sera, senza gli squalificati Luis Alberto e Leiva, più gli infortunati Acerbi e Lazzari - è già in emergenza totale.

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L'alternativa a Immobile non c'è

Domani Immobile avrebbe voluto festeggiare in campo i suoi 32 anni, invece non lo potrà fare nemmeno con la sua famiglia nella capitale.

Non gli resta di nuovo che pregare per guarire il prima possibile: «Ho molta fede», assicura Ciro in un’intervista registrata da monsignor Dario Edoardo Viganò, che andrà oggi in onda su Rai Uno nel programma “A sua immagine”. Il problema è che Sarri non ha nessuno che somigli a Immobile, nel post-gara del do Dragao lo ha fatto capire: «Non mettete il dito sulla piaga perché mi fate rosicare...». Il mercato non ha regalato un vice. Felipe Anderson fallisce ancora da falso nueve e nemmeno lo scambio con Pedro riesce. Jovane Cabral è indietro di condizione, per domani sera al Friuli non c’è altra soluzione. 

«Lazio, continua la corte a Conceicao»

Non resta che aggrapparsi all’uomo del momento. Almeno Zaccagni è un’ira di Dio, trasforma ogni pallone in oro. A 26 anni, in qualunque palcoscenico. Quel tacco volante europeo è dipinto d’azzurro. È una cartolina al ct Mancini dal do Dragao, lo stadio che ospiterà l’Italia nello spareggio finale col Portogallo. Ciro non c’è, Mattia è già pronto. Nessun centrocampista da dicembre ha segnato più gol (5) e fornito più assist (4). Lotito lo ha preso nell’ultimo giorno di settembre, in prestito con obbligo di riscatto a poco più di 7 milioni, oggi ne vale almeno il triplo. Sarà per questo che il presidente ci ha preso gusto e, per sostituire Luiz Felipe (sempre più vicino al Betis), insiste per centrare l’affare Romagnoli a parametro zero. Contatti avanzati anche per Sergio Rico, Sarri vuole Emerson Palmieri e Matias Vecino. Chissà se stavolta il mercato si fa in anticipo proprio per le lamentele di Maurizio. C’è un contratto sino al 2023, ma manca ancora il rinnovo. Il ds Tare mercoledì ha incontrato l’agente Mendes e a Oporto sono convinti che proprio l’ex Conceição il prossimo anno sbarcherà sulla panchina della Lazio. Un nuovo ammiccamento c’è stato, ma forse è solo un avviso a Sarri, che rimane padrone del suo destino. Giovedì prossimo ci sarà la rivincita con Sergio all’Olimpico. Zaccagni è squalificato, è già iniziata la via crucis per il recupero di San Ciro. 

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