Non conta nulla cosa maligna il resto d'Italia. Contano soltanto gli oltre 35mila laziali che hanno già prenotato un posto a tavola per domenica: Immobile vuole giocare dopodomani contro lo Spezia. Tanto finisce sempre e comunque nella bufera. Tonali per esempio è tornato prima e giocherà col Milan, nessuna polemica: «Con me invece è stato creato un caso inutile per una foto in partenza spiega il centravanti - ma in realtà io stavo solo aspettando Mancini che scendesse dall'aereo per andare a votare, una casualità. Il ct per primo mi ha detto di tornare a casa». Ciro ha provato a esserci a tutti i costi con la Nazionale contro Inghilterra e Ungheria. Poi si è dovuto arrendere alla contrattura al bicipite femorale della coscia destra: «Io volevo partire e giocare, è vero, ma sono stati tutti, il club e la Nazionale, sulla stessa lunghezza d'onda. L'infortunio non era grave, ma si rischiava troppo e sono rientrato a Roma». L'edema mal riassorbito cinque giorni fa consigliava una maggior prudenza. È chiaro che la Lazio abbia premuto per fermare il suo bomber, ma oggi la situazione è un'altra. Ciro è migliorato pian piano, si è allenato per giorni a parte in palestra, la risonanza di ieri sera ha dato il via libera. Immobile farà un provino stamattina, poi Sarri deciderà. Nel frattempo il tecnico continua ad alternare Cancellieri e Pedro nel 4-3-3 come falsi nove, Lazzari ha già ripreso il suo posto in gruppo a destra. Nel pomeriggio però si è fermato Cataldi per una botta alla coscia: ha dolore, ma conta di recuperare entro dopodomani mattina.
Le riflessioni di Sarri sono in corso.
BENEDETTO DAL PAPA
In attesa di rimettersi dopodomani al braccio la fascia di capitano della Lazio, ieri Immobile in Vaticano ha indossato quella donatagli da Papa Francesco per la prossima Partita della Pace, prevista per il 14 novembre all'Olimpico: «Mi ha dato la benedizione per il quarto figlio, altro che per l'infortunio». Presente alla conferenza anche Lotito: «Ho aderito in prima persona a questa iniziativa perché mi lega a un ricordo che ancora porto dentro. Maradona mi chiese di allenarsi a Formello perché i suoi valori umani coincidevano con quelli della Lazio come quelli del nostro campione Ciro». Uno che non molla mai sino all'ultimo.