GIOCO INDIGESTO
E’ un generoso e in campo non si ferma mai anzi è sempre pronto al sacrificio. In nazionale più che segnare, fa soprattutto questo. Vorrebbe tanto diventare l’icona del gol dell’Italia, come accade nella Lazio, ma più si sforza, più non ci riesce. E la causa di tutto, probabilmente, sta nel gioco che attua Roberto Mancini. Poco importa che spesso vicino a lui ci sia Insigne, l’ex compagno con cui ha fatto meraviglie nel Pescara di Zeman. Ciro si esalta se è il punto di riferimento in avanti e vive per attaccare la profondità. Nella Lazio ci sono Luis Alberto e Milinkovic che a occhi chiusi giocano in verticale e lo trovano sempre, che sia a destra, a sinistra o al centro. In nazionale fatica ad emergere perché gioca spalle alla porta, ma pure perché il ct è ossessionato dalla tecnica e prova ad andare in porta più col fraseggio di qualità che con guizzi estemporanei. Una modalità che ha consentito agli azzurri di ritrovarsi e qualificarsi con tre gare di anticipo a Euro 2020, ma che vede più di altri soffrire il capocannoniere della serie A. Contro la Grecia è uscito tra gli applausi nel suo stadio e, per ora, questo compensa le delusioni sotto porta, ma andando avanti così Immobile rischia perfino il posto, anche perché se Balotelli ingrana sul serio, Mancini non ha mai nascosto che sia la punta del Brescia il suo centravanti ideale.
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