Italia, Mancini può eguagliare a Vaduz il record di Pozzo: 9 vittorie di fila, come 80 anni fa

Mancini e gli azzurri
di Ugo Trani
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Martedì 15 Ottobre 2019, 09:30
Roberto Mancini, festeggiata sabato all’Olimpico la qualificazione a Euro 2020, mette in vetrina, cioè in campo, anche l’altra Italia. Quella di scorta. Largo a chi di solito entra in corsa, a chi spesso va in panchina o addirittura in tribuna. Fa, dunque, il pieno: coinvolge il gruppo, valuta chi non è titolare e accontenta i club. Il viaggio a Vaduz sembra fatto apposta per il maxi turnover deciso dal ct: la Nazionale, stasera contro il Liechtenstein, sarà diversa per dieci-undicesimi da quella che ha battuto 3 giorni fa la Grecia.

NUOVO STEP
Confermato solo Verratti e da capitano. Ecco Sirigu, il (19°) debuttante Di Lorenzo, i romanisti Mancini, Cristante e Zaniolo (prima da titolare), lo straniero Grifo, Biraghi, Bernardeschi e Belotti. Romagnoli è pronto a rientrare in difesa. Ma non sta benissimo. Se non ce la fa, ripescaggio per Bonucci. La rotazione estralarge è su misura dell’avversario, al 182° posto del ranking Fifa e all'ultimo nel gruppo J (2 punti). «Non vogliamo prendere la partita sotto gamba. Si dà tutto per scontato e probabilmente è così, ma ci sono state squadre di blasone che in passato sono state eliminate in Coppa Italia da formazioni di C. Qui ultimamente loro non hanno subìto goleade. E si chiuderanno». Vero: sabato il pareggio casalingo, in rimonta, contro l’Armenia (1-1). Stesso risultato (e punteggio) della gara esterna contro la Grecia a settembre. Ma la Nazionale, in 3 precedenti, ha fatto centro 15 volte (0-4,0-5, 6-0), la miglior semina di reti proprio all’andata, a Parma, con questa gestione. Mancini, comunque, sa che cosa vuole in questa trasferta e nelle ultime 2 partite delle qualificazioni a novembre: «Dare spazio a chi ha giocato di meno, trovare qualche giovane per il dopo Europeo e fare 30 punti per essere testa di serie al sorteggio che è l’obiettivo più importante: dobbiamo fare il massimo fino alla fine del girone». Nella notte al Rheinpark stadion, intanto, ha la possibilità di eguagliare il primato dei successi consecutivi. In meno di 11 mesi, ne ha contati 8, partendo da quello in amichevole contro gli Usa, il 20 novembre 2018 a Genk. Con gli altri 7 ha conquistato il 1° posto e la promozione con 3 turni di anticipo (mai accaduto nella storia del nostro calcio). 

QUESTIONE DI PRESTIGIO
Ecco che Mancini, battendo anche il Liechtenstein, copierebbe quanto fatto da Pozzo più di 80 anni fa: 9 vittorie, dal 15 maggio 1938 e al 26 marzo 1939. L’accostamento è solo statistico. Il paragone, al momento, non è proponibile. Nel bel mezzo della striscia del ct bicampione del mondo (più oro alle Olimpiadi del 1936), anche le 4 partite che permisero agli azzurri di alzare la seconda Coppa Rimet di fila, superando le big dell’epoca: la Francia (paese organizzatore), il Brasile e in finale l’Ungheria. Fa, dunque, bene Mancini a circoscrivere l’argomento con la battuta più realistica che si può: «Sono distante da lui una vittoria e due Mondiali. Pozzo è un mito. Inutile parlare di questo». Il ct ha già in mente come avvicinarsi a Euro 2020: «Vorrei affrontare squadre del nostro livello nelle amichevoli di marzo e prima dell’inizio della competizione. Dove ci saranno più difficoltà. A parte la Francia campione del mondo che è è giovane e con talenti, il resto delle nazionali ha elementi bravi, ma non… Messi. I nostri giocano diverse partite, chiedere uno stage non ci cambierebbe niente. Meglio anticipare la fine del campionato per far riposare un po’ i ragazzi. Non è possibile, però».
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