Secondo, terzo, secondo, terzo, primo. I piazzamenti negli ultimi cinque campionati, più un’Europa League e la media di 105 gol a stagione, garantiscono: il sarrismo, o Sarri-ball che sia, coniuga il bel calcio coi risultati. E’ accaduto nei tre anni a Napoli e nelle monografie al Chelsea e alla Juventus. Maurizio Sarri oltre a essere uomo di contropotere, e infatti si trovò a disagio col potere, è un maestro di calcio, calcio d’attacco e difesa a zona pura, in tempi di zona sempre più adattata.
DA SACCHI A CRUYFF
Il principio-guida è il pressing alto, coi reparti compatti. Quindi difesa alta a sua volta, elastica e sacchiana, che quando è attaccata si muove di reparto, mai a uomo (Bonucci alla Juve non gradiva): la Lazio di Inzaghi teneva linea bassa a 5 e seguiva i tagli a uomo. E la palla giocata a terra, fin dalla prima costruzione dei due centrali e del regista (Inzaghi costruiva col 3+1), i terzini alti, i passaggi corti e veloci tra play, mezzala e ala. Sono le rotazioni dell’attacco posizionale, di scuola olandese poi patrimonio del Barça di Cruyff e Guardiola: l’obiettivo è fiaccare l’altrui difesa con rari passaggi in orizzontale e tanti in verticale anche solo per un fulmineo avanti-indietro, per slabbrare e allungare l’avversario. Le trame disegnano sul prato triangoli e rombi in ossequio alla teoria del Terzo Uomo, che almeno in questo caso non è Orson Welles ma il giocatore che quando due compagni scambiano la palla si propone in avanti smarcato per creare spazio e dando due possibilità di passaggio, per poi ricevere la pelota, passarla e far avanzare l’azione: “Il terzo uomo è impossibile da difendere” è una delle frasi celebri di Xavi e il segreto di Pulcinella del suo Barça. Il Napoli di Sarri andava poi in gol addensando truppe su un lato dell’azione per poi scaricare sul lato debole all’uomo smarcato, e il San Paolo in lacrime. Fu meno fluido, anche se vincente, il suo gioco al Chelsea (alla fine i fans persero il romanticismo: “Fuck the Sarri-ball”) e alla Juve: trovò giocatori che consideravano i suoi allenamenti noiosi e ripetitivi, o che di pressare in alto avevano zero voglia. Tipetti come Hazard, Cristiano Ronaldo o Dybala, ad esempio.
GIOCATORI DA MODELLARE
Sarri non chiederà mai giocatori da 50 milioni, ma prospetti in con qualità migliorabili.
Lazio-Sarri e il segreto del "terzo uomo"
di Andrea Sorrentino
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Martedì 8 Giugno 2021, 07:30
Gli servono atleti da modellare come plastilina, che lo seguano da discepoli. Così non è assurdo, lavorandoci, pensare a Lazzari terzino destro, o a Luis Alberto regista arretrato. Più difficile vedere Luis Alberto e Milinkovic mezzali insieme, lì Sarri pretende giocatori di passo corto e rapido, mentre le due stelle laziali hanno ritmi cadenzati e sincopati, e con Sarri non si potrà. Per ora manca un attaccante esterno per il 4-3-3 (gli altri sono Correa e Immobile) e lì bisognerà intervenire sul mercato. A nostro avviso ci vorrà anche un portiere realmente affidabile, un centrocampista di gamba e un difensore centrale in più. A meno che Sarri non torni al 4-3-1-2 di Empoli, abiurato a Napoli perché Insigne non si adattò al ruolo di trequartista, con Milinkovic dietro due punte.
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