Euro2020, il segreto dell'Italia è tutto in quell'abbraccio tra Vialli e Mancini

Mancini
di Ugo Trani
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Lunedì 28 Giugno 2021, 07:30

Trentaduemilioni di occhi a puntare la tv. In alcuni casi, a cominciare da Piazza del Popolo a Roma, il maxischermo. A quelli bisogna aggiungere i duemilaquattrocento dei tifosi che hanno gonfiato le vele della Nazionale per 120 minuti dalle tribune di Wembley, urlando «come on». Lì sono abituati così. Sì, si è sentito forte pure il coro «Italia, Italia» soprattutto nella ripresa, quando gli azzurri sono rimasti a lungo in apnea, soffocati dalla fisicità dell’Austria. O, avvicinandosi nel pomeriggio al tempio londinese, ballando sulle note di «un’estate italiana», con la voglia di tornare alle notte magiche del mondiale ‘90. E hanno replicato il «poo po po po po poooo poo» per festeggiare in Inghilterra come nel 2006 a Berlino e per le strade del nostro paese dopo il trionfo nel mondiale tedesco. Dopo anni, e ne sono passati troppi, la gente ha insomma bisogno di sventolare il tricolore. E di stare insieme, visto che da più di un anno la pandemia l’ha costretta a casa o comunque lontana. Niente parenti, amici o chi volete voi. È di nuovo il momento della condivisione, della solidarietà, e perché no?, dell’unione. Fuori, facendo gruppo. Proprio come dentro, nello spogliatoio e in campo.

AFFETTO DATATO
La sintesi, e l’hanno visto proprio tutti, è nell’immagine, chiara e profonda, di quell’abbraccio tra Mancini e Vialli. Nella stretta poderosa e affettuosa non è però entrata solo la vittoria. È la vita di coppia. Di chi si conosce da sempre, si stima, si vuole bene e, dopo una normalissima separazione delle carriere, si ritrova accanto come e più di prima. Sono ancora loro, in giacca e cravatta, i gemelli del gol di fine anni Ottanta e inizio Novanta. Commissario tecnico e capo delegazione della Nazionale che da calciatori non li ha fatti felici come avrebbero voluto. La maglia azzurra meno comoda di quella blucerchiata. Si sono divertiti, a Bogliasco e Marassi, in allenamento e in partita, con la Sampdoria. Adesso la replica con l’Italia.

Rimanendo in campo, uno vicino all’altro. A cantare l’Inno di Mameli, a soffrire e a esultare anche se senza più gli scarpini ai piedi. C’è metà Doria, con loro, nello staff: il vice Evani, i collaboratori Lombardo e Salsano, i preparatori dei portieri Battara e Nuciari. A loro si è aggiunto De Rossi che potrebbe dar lezioni di aggregazione. Oriali, invece, è la continuità. Ha lavorato pure con Conte in azzurro e fino a maggio nell’Inter. È sempre rimasto accanto a Mancini. Nell’abbraccio è entrato pure lui, magari restando fuori dalla foto copertina che si è presa in esclusiva Roby e Luca sorridenti, entusiasti e orgogliosi. Come trent’anni fa per lo scudetto in blucerchiato. Anche coinvolgenti. Ci è bastato vedere Belotti esultare a Wembley, sullo 0-0, dopo la rete annullata all’Austria, gol in fuorigioco di Arnautovic. O le ammucchiate dopo ogni rete azzurra, con la partecipazione chiassosa e ingombrante dei panchinari.

ALTO GRADIMENTO
Mancini, Vialli e gli azzurri hanno risvegliato l’amore e la passione per la Nazionale. I tifosi sono vicinissimi. Nei ritiri, negli aeroporti e nelle stazioni. E in tv: Italia-Austria ha fatto registrare uno share quasi del 70% (69,6%), sommando i dati di Rai (13.275.000 di spettatori e 61,1%) e Sky (1.850.000 e 8,5%). Il picco ai supplementari (15.500.000 e 73%). Il boom dopo 5 anni d’attesa, gli stessi passati dall’eliminazione ai quarti con Conte a Euro2016, senza partite in una competizione da vetrina (in mezzo l’esclusione dal mondiale 2018 in Russia con Ventura). In Francia lo share arrivò all’80% nella partita vinta contro la Spagna. In questo Europeo il pubblico stra lievitando: con la Turchia, gara del debutto, la Rai è partita bene (12.749.000 e 50,7%) così come Sky (1.553.000 e 6,2%); con la Svizzera il salto in alto (totale 15.280.000 e 59,4 share) e con il Galles comunque ok (13.132.000 e 68,8%), considerando la qualificazione conquistata in anticipo. Il brand Italia è di nuovo in vetrina. Avanti c’è sponsor: i ricavi commerciali nell’ultimo biennio sono cresciuti da 70 a 105 milioni.

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