Il Sassuolo non è più da Europa, l'Udinese tiene lo 0-0

Il Sassuolo non è più da Europa, l'Udinese tiene lo 0-0
di ​Vanni Zagnoli
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Domenica 2 Dicembre 2018, 17:37 - Ultimo aggiornamento: 17:38
“Udinese alè, Udinese alè, non so stare senza te. Non importa se, Udinese alè alè”. E’ uno dei cori preferito dai 300 al seguito dei bianconeri di Davide Nicola, molto diversi rispetto al debutto con la Roma e superiori solo proprio come vocalità dei tifosi. Resta lo 0-0 e il Sassuolo ha fatto parecchio di più, avrebbe meritato i tre punti.

Juan Musso si è ripreso il posto da un mese, a scapito di Scuffet, eterna promessa, alza il sinistro da fuori di Duncan, sarà la parata più impegnativa. Si arrende allo stesso centrocampista, fra i veterani di casa. Guida convalida, il silent check lo fa annullare. Dall’angolo, assist di Ferrari, l’ex interista è sottoporta, il fuorigioco netto.

I neroverdi fanno la partita, concedono poco, in avvio c’era stato uno sgambetto di Federico di Francesco, promoter del calcio in oratorio del Csi e della Lega, su Behrami, che meritava l’ammonizione.

L’opposizione friulana è migliorata, rispetto all’era Velasquez, anche Fofana si impegna tanto a contenere, a destra. Mancano le controfughe, solo una percussione centrale e un paio di cross sono insidiosi. La difesa a 5 funziona, era già stata adottata dal tecnico spagnolo nelle ultime gare. Ter Avest concede poco al figlio di Eusebio Di Francesco, quando Bourabia va via, Duncan viene chiuso da Pezzella, è il più insidioso, come Boateng a inizio stagione. Sul piano fisico, l’Udinese è in condizione, dinamica, manca la rifinitura, De Paul si accende di rado, ancor meno Pussetto. Gli italiani bianconeri sono appena due, Pezzella e Mandragora, un pizzico sopravvalutato. Non c’è grande lavoro per i 4 tecnici dell’Udinese in tribuna, a riprendere la partita con 4 telecamerine particolari.

La ripresa è più vivace, con la chiusura di ter Avest e la vivacità di Berardi.

L’azzurro Lasagna esce dalla panchina dopo 5’ della ripresa al posto di Behrami, fermato da una contratturina. Il collega di nazionale Sensi ritrova il campo dal primo minuto al posto di Magnanelli. E’ una bella sfida anche fra giocatori di colore, Marlon e Rogerio (più il magrebino Bourabia), Duncan e Babacar fra i modenesi, William Troost-Ekong e Fofana nell’Udinese. Nyutinck è il leader difensivo di Nicola, il ds Daniele Pradè ha costruito una squadra più in economia, rispetto al passato, il quartultimo posto non deve sorprendere.

Sensi ha un lampo da ala, Ferrari è anticipato proprio da Ekong. A destra il Sassuolo sfonda, con Lirola sovrapposto a Berardi, servono la deviazioni di Ekong e Pussetto e un’uscita di Musso, per evitare il gol. Il centravanti argentino ha una palla, gira timidamente di testa. Pezzella salva un’altra situazione scabrosa, sui traversoni forti l’Udinese è attenta. Matri è specialista dell’ultimo quarto di gara, crea spazi e gioca spalle alla porta, manca lo stoccata di Berardi e Djuricic non convince, è fermo a una rete, nonostante i serbi in tribuna a incitarlo. La maginot di nordest resta alta, il tridente neroverde fatica a penetrare in area, le chiusure rimangono puntuali. Anche di Musso, su Matri. La miglior azione udinese è a 7’ dalla fine, ter Avest per Fofana, indietro per Mandragora, il destro è alzato da Consigli, sarà il suo unico intervento. Il finale è dei ceramici, indomiti, ma per l’Europa servirebbe un grande attaccante. Il parziale è di 7 punti in 6 partite, non più da settimo posto. L’Udinese riprende l’Empoli, ha invertito il trend.



























 
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