Zaniolo, il professor Ferretti: «A Nicolò ricordo Ancelotti che vinse tutto dopo due crociati rotti»

Ferretti
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Martedì 8 Settembre 2020, 14:24 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 01:53
Il paragone ci sta, ancora di più se lo tira fuori il medico della Nazionale. Nicolò Zaniolo deve far riferimento alla carriera di Carlo Ancelotti che si fermò, da centrocampista della Roma, per la lesione del crociato del ginocchio destro e di quello sinistro e riuscì comunque a vincere in Italia e in Europa. «Stamani Zaniolo si era un pochino ripreso, ieri sera era fortemente abbattuto. Oggi però l'ho sentito più risollevato. Bisogna essere più ottimisti, per la società e per la famiglia, sono cose che possono capitare purtroppo in questo sport». Sono le parole del professor Andrea Ferretti sull'infortunio del centrocampista della Roma vittima ieri sera nel match contro l'Olanda di Nations League della rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. «Quanto capita che chi si infortuna al ginocchio poi si faccia male all'altro? La frequenza non è bassa, parliamo del 20-25% della lesione controlaterale -spiega Ferretti ai microfoni di Teleradiostereo-. Stamani ho parlato con il ragazzo dopo che aveva fatto la risonanza e gli ho ricordato un precedente illustre, parliamo degli albori della chirurgia del ginocchio e mi riferisco a Carlo Ancelotti.
Inizio anni 80, prima un crociato, poi dopo poco che era tornato in campo si è rifatto l'altro. Poi il giocatore è tornato ai massimi livelli, tornando in Nazionale e vincendo tutto quello che un giocatore può vincere.» «Legamenti e i tendini sollecitati quando si crea una massa muscolare importante? Normalmente la massa muscolare è un elemento di protezione del ginocchio quindi dovrebbe essere esattamente il contrario. L'articolazione è più sensibile al trauma quando non è sostenuta da una massa muscolare adeguata. Zaniolo dal punto di vista della struttura fisica è uno di quelli che dovrebbe essere più protetto. Questo non vale per Zaniolo, per un discorso puramente statistico, si pensa a una predisposizione che possa favorire questa possibilità per un ragazzo così giovane. Anche perché la medicina si fa sui grandi numeri, non su un singolo caso. Dobbiamo essere ottimisti per il giocatore», conclude il medico della Nazionale.
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