Roma, il piano di Friedkin in due fasi

Friedkin
di Ugo Trani
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Martedì 11 Agosto 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 15:11

Più che lo stallo, è la pazienza a dettare gli step della nuova Roma: Friedkin e i suoi collaboratori sono operativi, da venerdì scorso quotidianamente in contatto con il management di Pallotta, ma l’intenzione è di non farsi prendere dalla fretta nel definire la programmazione per lo sbarco a Trigoria e soprattutto per la stagione che verrà. Il piano della proprietà entrante, aspettando il closing del 17 agosto, prevede due fasi: innanzitutto c’è quella che deve garantire la continuità aziendale e, con alcune operazioni di mercato in entrata e in uscita, pianificare la vita quotidiana della squadra che tra 16 giorni riprenderà a lavorare; l’altra, invece, è mirata alla rivoluzione interna, con il rinnovamento dello staff operativo, per la quale bisogna attendere che siano individuati i ruoli da assegnare. Interessa più questo, perché certificherà la svolta del club con l’ingresso di soggetti diversi dagli attuali. Ma la gestione, al momento, dipende esclusivamente dalla prima fase. Il periodo di transizione, insomma, è affidato a chi è già sotto contratto. Il texano e i suoi uomini, interfacciandosi con chi sta nella Capitale, sceglieranno poi il ds. E chissà, se a sorpresa, cambieranno pure l’allenatore. Fonseca, però, è ancora abbastanza sicuro di restare, anche se c’è chi ha sollevato qualche dubbio sulla sua conferma. 

TRIUMVIRATO AL COMANDO
La Roma di oggi è riconoscibile nel trio che ha curato il post lockdown e fatto da sponda nella trattativa con Friedkin: il ceo Fienga che si è occupato, oltre che del bilancio, anche dell’area tecnica, il manager Calvo che, responsabile del marketing e in assoluto degli introiti, spesso ha rappresentato la società giallorossa nelle riunioni in Lega, e il direttore generale Zubiria che, oltre a tenere i rapporti con l’Uefa e la Fifa, governa l’area sportiva. E resteranno anche quando si insedieranno i nuovi americani.

ASPETTANDO IL DS
Fienga, come nell’estate scorsa al fianco di Petrachi, affronta in prima persona ogni negoziazione di mercato. Ma non essendo più l’uomo dei conti ha bisogno di chi è più abituato a entrare nell’aspetto tecnico-tattico della singola operazione. Ecco che, fino allo sbarco del nuovo direttore ds, il ceo si affiderà ai procuratori che gravitano attorno al pianeta giallorosso, con Giuffrida come principale riferimento, e a De Sanctis che, senza la presenza di Baldini, ha finalmente spazio di muoversi anche fuori dal settore giovanile. Sono, insomma, loro che si occuperanno in queste settimane di portare avanti alcuni discorsi messi in piedi prima del cambio di proprietà.

RIFLESSIONE IN ATTO 
Fienga e Giuffrida votano Paratici: il ds della Juve è il preferito. Se fosse libero, non avrebbe alcun rivale. Se fosse libero, non avrebbe alcun rivale. Agnelli, però, fa capire di volerselo tenere stretto. Se la situazione, in queste settimane, cambiasse, la Roma proverà a convincerlo, consapevole che anche lo United è in pressing da tempo. Paratici con Sarri (ha dato la disponibilità): l’accoppiata sarebbe intrigante.

Ma il club giallorosso prenderebbe anche solo il ds che è in sintonia con Fienga e Giuffrida. Pure se si propone Planes del Barça, il sostituto di Petrachi sarà quasi sicuramente italiano.. Ecco perché Giuntoli è sempre in corsa. E Pradè si muove per essere preso in considerazione. De Rossi in panchina rimane la scelta romantica che è difficile da fare: questione di tempo e di patentino. Più semplice riportare Totti, da direttore tecnico o con qualsiasi carica dirigenziale: l’ex capitano ne ha parlato con Marc Watts e Ryan Friedkin. 

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