L’ennesima rivoluzione sta per iniziare. E poco importa se sia silenziosa o sbandierata, almeno nei propositi, ai quattro venti. La Roma è pronta a cambiare pelle un’altra volta. Si avvicendano le proprietà, gli allenatori, non il modus operandi. Rispetto all’anno precedente, la parola continuità (per ora) non alberga a Trigoria. L’undici titolare continua ad essere stravolto di anno in anno. Sette novità nel 2012-13; cinque nel 2013-14 e 2014-15; sei nel 2015-16; quattro nel 2016-17; cinque nel 2017-18; sei nel 2018-19; cinque nel 2019-20 e quattro (non considerando però il cambio di modulo post-pandemia che aveva già orientato qualche scelta) nella passata stagione, conclusasi domenica. Il trend non muterà nemmeno con Mourinho. Per una volta, però, questa trasformazione - iniziata con l’ingaggio del tecnico - non può non esser accompagnata da curiosità e attesa. Perché rispetto al passato, quando almeno in un paio di occasioni si aveva avuto la sensazione che mancassero soltanto 1 o 2 tasselli per compiere il definitivo salto di qualità, l’ultimo biennio ha evidenziato i limiti dell’attuale rosa. In quest’ottica va letto l’interesse concreto per il regista dell’Arsenal Xhaka, il 33enne Rui Patricio in porta e Belotti in attacco: un trio che dà l’idea di come si stia muovendo Pinto.
SPECIAL REVOLUTION
Prima, però, il general manager dovrà cedere una squadra intera, con l’aggiunta di altri 2-3 elementi. Sono almeno 14 i calciatori che non rientrano nei piani di Mourinho. L’undici è di facile costruzione: Olsen in porta, linea a quattro formata da Florenzi, Fazio, Santon e Reynolds; mediana a tre con Diawara, Pastore e Nzonzi e attacco composto da Kluivert, Under e Carles Perez.