Italia, Ferretti: «Verratti può tornare in gruppo. Se Eriksen è in vita, il merito è dell'organizzazione»

Italia, Ferretti: «Verratti può tornare in gruppo. Se Eriksen è in vita, il merito è dell'organizzazione»
di Ugo Trani
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Domenica 13 Giugno 2021, 15:43 - Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 14:07

Via libera per Verratti. Lo dice in pubblico il professo Andrea Ferretti, responsabile medico della Nazionale. «Il programma di rieducazione di Marco è iniziato dal secondo giorno di raduno e proseguito senza problematiche, senza intoppi. Ieri lo abbiamo inserito in una partitella, oggi inizia l'ultimo miglio, il più importante. Cioè il lavoro con la squadra che prevede le sollecitazioni più importanti. Ci auguriamo che tutto proceda come andato finora. Questo percorso è stato condiviso col medico del Psg, che secondo quanto previsto dalla procedura Uefa e Fifa, per la copertura assicurativa dei giocatori che partecipano alle competizioni internazionali e che vengono da un infortunio, deve essere giudicato guarito anche dal medico del club di appartenenza, il dottor Baudot. Che prima dell'inizio del ritiro è venuto qui a Coverciano.

La procedura è stata scrupolosamente seguita, abbiamo concordato la conclusione dell'iter riabilitativo.

Il ceo Blanc e il dg Leonardo ci hanno ringraziati per la collaborazione con una lettera». Aggiunge: «Ora abbiamo tre giorni. Poi sapremo se sarà disponibile per la Svizzera. L'ultimo miglio è il più diffcileltimo miglio, è iniziato ieri ma è il più difficile. Le risposte sono confortanti». Ottimismo anche su Florenzi che ha un risentimento al polpaccio. «Contiamo di farlo riallenare domani. Sta recuperando da questo lieve, modesto infortunio muscolare. Poi vedremo: non ci poniamo un obiettivo preciso». E chiarisce: «Solo una tacchetta quella che ha preso Berardi. Sono riconoscente per il lavoro dei preparatori atletici. C'è monitoraggio costante dell'attività fisica svolta dai giocatori dall'inizio della stagione. Ci confrontiamo quotidianamente con loro, questo è di grandissimo aiuto. Scienza e preparazione atletica, negli ultimi dieci anni sono progredite incredibilmente».

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OK ALL'ORGANIZZAZIONE

Evita, non avendo ancora ricevuto la precisa diagnosi, di approfondire il caso Eriksen: "Non conosco i dettagli della questione sanitaria. Nella medicina c'è sempre l'imponderabile e questa ne è una testimonianza. Sarebbe meglio soffermarsi, dal mio punto di vista, su quanto è stato fatto per salvare la vita del giocatore. La prontezza d'intervento dei colleghi. Faccio parte della commissione medica Uefa, da anni investe in questo, e aveva programmato proprio l'assistenza per questi eventi. La Uefa ha organizzato dei corsi per medici del calcio, diffondendo programmi degli stessi corsi: la Federazione li ha divulgati, se Eriksen è ancora in vita, lo deve al tipo di organizzazione che la Uefa ha messo in campo per questi eventi. La diffusione e l'uso del defibrillatore: è un'occasione per lanciare un appello affinché operatori e gente comune, imparino i principi di base della rianimazione».

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Anche i calciatori devono sapere come comportarsi. «Non sono quei dieci secondi necessari a salvare la vita ma i primi minuti. Qualche nozione base i giocatori ce l'hanno, sono elementari ma potrebbe essere uno spunto per andare un po' più a fondo nella preparazione del primissimo intervento da parte dei calciatori». Nessuna notizia, intanto, dall'Inghilterra sulla Variante Delta: «Al momento non sono arrivate disposizioni particolari che ci riguardano. Il gruppo squadra, sotto questo aspetto, dovrebbe essere protetto.E le varianti dovrebbero essere protette dalla vaccinazioni. Siamo abbastanza tranquilli ma ci atterremo scrupolosamente a quanto ci dirà la Uefa»

 

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