Ibra finisce sotto processo e ora rischia di saltare il Festival di Sanremo. Ma lui: «Non sono razzista»

Ibra finisce sotto processo e ora rischia di saltare il Festival di Sanremo. Ma lui: «Non sono razzista»
di Salvatore Riggio
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Giovedì 28 Gennaio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 16:21

Non si sono mai amati e non si ameranno mai. Stimati sì, ma è un’altra cosa. Il duello tra Ibrahimovic e Lukaku ha infiammato il derby di Coppa Italia, vinto in rimonta dall’Inter in superiorità numerica. Lo ha infuocato fin troppo, tanto che il match in sé è passato in secondo piano e la lite ha invece fatto il giro del mondo. Non proprio uno spot sulla bellezza della stracittadina milanese. Chi non ne esce bene è proprio Zlatan. Sul web c’è già chi si è diviso tra chi ritiene che i riferimenti ai riti voodoo del milanista nei confronti dell’interista siano «cose di campo» e chi invece vi ha ravvisato uno spiacevole retrogusto razzista. Sono in molti ora a chiedere l’annullamento della partecipazione dell’attaccante a Sanremo tra il 2 e il 6 marzo: «Che ne dice la Rai del super ospite di Sanremo che è un razzista spudorato? Io non lo vorrei pagare coi miei soldi, grazie», scrive un utente su Twitter. Quindi, c’è grande attesa per una possibile presa di posizione del direttore generale della Rai, Fabrizio Salini, e del conduttore, Amadeus. C’è anche la diffida del Codacons, in quanto «il Festival deve promuovere altri valori». 
LA BAGARRE 
La sfida tra i due si è incendiata dopo un fallo di Romagnoli sul belga, che si è arrabbiato con il difensore e ha poi risposto a una provocazione di Ibrahimovic. Il nerazzurro si è infuriato, come mai prima d’ora da quando nell’estate 2019 è sbarcato in Italia. Dalla panchina interista hanno fatto fatica a tranquillizzarlo. Nel pomeriggio di ieri lo svedese si è fatto vivo sui social, spiegando che «nel mondo di Zlatan non c’è spazio per il razzismo.

Siamo tutti della stessa razza, siamo tutti uguali». Non senza togliersi lo sfizio di chiudere con l’ennesima stoccata: «Siamo tutti giocatori, alcuni meglio di altri», accompagnando il post con il video di due bambini, uno bianco e uno nero, che corrono uno verso l’altro e si abbracciano. Tra l’altro, non è la prima volta che Ibrahimovic finisce nella bufera. Già in passato Zlatan è stato protagonista di alcune risse. Come quelle ai tempi dell’Ajax con Mido o alla Juventus con Zebina. Senza dimenticarsi quella con Onyewu, il gigante americano, durante la sua prima esperienza al Milan nel novembre 2010. O la lite con Materazzi. Le parole di Ibrahimovic hanno ferito profondamente Lukaku. Adesso c’è grande attesa, con la speranza che la frattura tra i due si possa (almeno in parte) ricomporre, per l’ultimo derby stagionale, quello di domenica 21 febbraio. Intanto, Pogba ha difeso Zlatan: «Ibra è l’ultima persona che definirei razzista. Non scherzate». Ora cosa accadrà? Le prime indiscrezioni svelano che il referto firmato dall’arbitro Valeri non dovrebbe contenere nulla di eclatante e che inoltre in Federcalcio non avrebbero intenzione di acquisire alcun elemento audio relativo alla rissa verbale tra i due giocatori. Così facendo Zlatan rischia un turno di squalifica per il doppio giallo (il secondo rimediato nella ripresa per un fallo su Kolarov) e Lukaku lo stesso perché era diffidato (sentenza attesa domani). Certo, la Procura potrebbe richiedere ulteriori accertamenti, ma la prova tv può essere richiesta in casi eccezionali dal Procuratore federale soltanto se manca qualcosa alla completezza dei referti di arbitro e ispettori. 

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