Hysaj: «Per Sarri mi farei in tre. Scudetto o noi o il Napoli. Kumbulla? È bravo, lasciatelo in pace»

Hysaj: «Per Sarri mi farei in tre. Scudetto o noi o il Napoli. Kumbulla? È bravo, lasciatelo in pace»
di Daniele Magliocchetti
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Venerdì 12 Novembre 2021, 20:00

Hysaj a tutto tondo. Da Sarri alla Lazio, fino al Napoli e senza dimenticare il suo giovane connazionale e romanista Kumbulla. In una intervista molto lunga al portale albanese "BalkanWeb", l'esterno della Lazio si confessa, parlando della squadra e del suo rapporto con l'allenatore e con il nuovo ambiente. Prima di tutto però il tecnico, più che un mister un uomo a cui il giocatore albanese deve tanto, se non tutto. Ha iniziato con lui all'Empoli, poi al Napoli e infine alla Lazio. E questo Hysaj non sembra dimenticarlo anzi: «Sarri non è cambiato per niente. Non parlo mai molto con l'allenatore. Pensare che all'inizio abbiamo avuto problemi con il gioco qui, ma con lui non avevo un bel rapporto, ma mi ha sempre ritenuto importante. È una persona speciale per me, perché quando ti dà fiducia vuoi accontentarlo. Mi ha portato alla Lazio e mi voleva perfino al Chelsea. Voglio dargli il triplo di quanto merita». Un attestato di stima davvero importante.

DIFESA A CUORE APERTO. La Lazio e Hysaj sono stati molto vicini in passato, prima ai tempi dell'Empoli e poi anche quando era al Napoli, ma non se ne fece nulla, fino all'estate scorsa: «Con la Lazio ci sono state già altre occasioni in passato, ma non sono mai riuscito a trovare un accordo.

Adesso che sono qui, ho voglia di crescere e vincere qualcosa d'importante. Mi trovo benissimo e le cose anche in campo cominciano a funzionare meglio. Scudetto? Tutti sanno che il Napoli è una squadra forte, ma lo siamo anche noi. Se non riusciremo a vincerlo noi, spero ci riesca il Napoli».

L'ultima è un'accorata difesa al connazionale e compagno di reparto Kumbulla, ora alla Roma. L'amico non sta attraversando un gran momento, non riesce a imporsi, ma il consiglio del laziale al romanista e connazionale è semplice: «Ne ho parlato con lui anche in Italia del suo momento. Gli ho detto che è giovane e che deve concentrarsi solo sul campo, di lasciar perdere tutto quello che dicono di lui all'esterno. Presto parlerà in campo, ne sono sicuro, non più la bocca».

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