Champions League, parla Guardiola: «Un onore essere qui. Dovremo soffrire per vincere»

Champions League, parla Guardiola: «Un onore essere qui. Dovremo soffrire per vincere»
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Venerdì 28 Maggio 2021, 16:49 - Ultimo aggiornamento: 16:56

L'allenatore del Manchester City Pep Guardiola torna a giocarsi la finale di Champions League, dopo il trionfo con il Barcellona, contro Thomas Tuchel. Il tecnico del Chelsea è ormai alla sua seconda finale consecutiva dopo quella persa con il Psg, nella scorsa stagione. Si tratta della terza finale in cui si affrontano due team inglesi, dopo Manchester United-Chelsea del 2008, e Liverpool-Tottenham di due anni fa. Alla vigilia del match, il tecnico catalano ha parlato alla stampa.

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La finale

«È un onore per me essere in finale, un incredibile privilegio essere qui.

Non mi sarei mai aspettato che all'inizio della mia carriera avrei giocato una finale di Champions League. Ora siamo qui, e siamo stati fortunati. Sono abbastanza sicuro che dovremo soffrire per vincere la partita».

Questione di nervi

«Tutti vogliamo vincere, ma tutti dobbiamo prima giocare. Le finali sono sempre sofferte, anche se la sofferenza della squadra in partita è un fattore individuale: alcuni giocatori sentono molto la tensione, la pressione: cercheremo di essere semplicemente noi stessi. È necessario essere resistenti e resilienti, ci si deve adattare alle diverse situazioni».

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Gli undici in campo

«È importante che tutti i giocatori, anche quelli che non partiranno dal 1' si ricordino di avere ancora un ruolo da giocare. Certo è terribile, un disastro assoluto. Non ho belle parole per consolare i ragazzi che non giocano. Il mio consiglio è di stare con la squadra, perché ci sono cinque o sei sostituzioni e tutti potrebbero avere la possibilità di giocare. Mi dispiace moltissimo per tutti loro, perché se lo meritano. Selezionerò una formazione che sia in grado di vincere la partita. Non ci sono alternative».

E sul futuro...

«La dirigenza mi ha dato tutto quello di cui avevo bisogno. Qui ho degli amici, e con i giocatori ho un gran feeling. E poi mi trovo bene con il mio staff: ho tutto, qui. Quando ci sono degli errori, vengono sempre condivisi, come anche tutti i successi della squadra: è questo il punto. Facciamo tutto il possibile insieme, ed è per questo che miglioriamo».

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