Gregori e l'Eretum Monterotondo:
«Questa è una sfida che mi esalta»

Attilio Gregori, insieme al D.S. Francesco Alessandri.
di Alessandro Monteverde
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Giovedì 7 Febbraio 2019, 07:45
La clamorosa notizia è arrivata nella serata di domenica: Attilio Gregori è il tecnico chiamato a sostituire Claudio Solimina sulla panchina dell’Eretum Monterotondo. Un colpo a sorpresa, una trattativa lampo, messa sul tavolo e chiusa a margine del rinvio della gara di Eccellenza sul campo del Villalba, reso impraticabile dalla forte pioggia abbattutasi sul terreno in erba del campo dei tiburtini. Per Gregori, monterotondese doc, si tratta di un clamoroso ritorno sulla panchina eretina, dopo aver guidato il Monterotondo Calcio ai tempi della D. 

Gregori, come è noto, vanta un curriculum di tutto rispetto avendo giocato in serie A con le maglie di Roma, Genoa, Verona e Udinese. Da allenatore ha guidato, tra le altre, Viterbese, Terracina, Ostia Mare e Lupa Frascati. Il forte legame con la città di Monterotondo, e le indiscusse doti tecniche di un allenatore carismatico, hanno dato il là alla scelta della dirigenza di affidare la guida della prima squadra a quello che in terra eretina viene considerato un vero e proprio profeta del calcio.

Gregori, in esclusiva, racconta la sua reazione successiva alla chiamata della società eretina…

Mister, cosa ha provato e, soprattutto, cosa l’ha spinto ad accettare un incarico così importante dopo diversi anni di inattività…?

"Ad essere sincero non me l’aspettavo, era lontano dai miei pensieri. Credo sia stata una cosa improvvisa un po’ per tutti, che ha fatto ovviamente scalpore. Sono rimasto piacevolmente sorpreso, evidentemente qualcosa di buono ho lasciato nei tre anni in cui ho allenato il Monterotondo in Serie D. Sono convinto che questo abbia spinto la dirigenza a prendere questa decisione che, ripeto, mi ha colto di sorpresa, in maniera positiva, tanto da non esitare neanche un minuto nell’accettare questo incarico. È una sfida, prima di tutto verso me stesso: era diverso tempo che non provavo l’emozione del campo, soprattutto dello spogliatoio, del lavoro quotidiano negli allenamenti. Per me rappresenta sicuramente un rimettersi in discussione. Dovrò fare i conti con il tempo, che personalmente ritengo l’unico ostacolo. Prendere una squadra in corsa non è semplicissimo. Tuttavia questo non mi spaventa. Le aspettative sono alte, e a ragione, perché la rosa è davvero importante. Se riusciremo a superare questo ostacolo, possiamo toglierci delle grandi soddisfazioni cercando di tirare fuori il meglio da questa situazione, lavorando tanto e con serietà."

Considerando i valori della rosa e le aspettative della società, personalmente cosa si sente di dare Attilio Gregori a questa squadra?

"Parto dal presupposto che qui ci sono dei giocatori importanti, il che facilita sicuramente il lavoro di un allenatore. Quello che mi sento di portare è sicuramente quel pizzico di esperienza e le mie idee di calcio, maturate nelle mie esperienza professionali, da calciatore prima e da allenatore poi, senza stravolgere il lavoro fatto finora. Avendo allenato dei gruppi importanti, che giocavano per un obiettivo di alta classifica, sono consapevole delle responsabilità che mi assumo come guida tecnica. È sicuramente una sfida, perché molto dipenderà da noi, ma anche dalle avversarie che sono davanti a noi. Il che ovviamente è una cosa con cui dovremo fare i conti partita per partita, cominciando dalla sfida di domenica contro la Valle del Tevere."

Un ritorno per te reso ancora più stimolante dal fatto che domenica avrete di fronte la capolista del girone, una squadra che vive un momento di forma impressionante. Che sfida si aspetta?

"Sarà sicuramente una bella partita. Esordio migliore non poteva esserci, perché affrontare queste sfide è sempre stimolante e positivo. Nella testa dei calciatori scatta inevitabilmente quel qualcosa in più, per tirar fuori una prestazione importante. Cosa che mi aspetto sicuramente, per il valore della nostra rosa che penso non abbia nulla da invidiare, con tutto il rispetto che meritano, a quella della Valle del Tevere. Troveremo una squadra forte, per la quale parlano i numeri. Ma questo non potrà far altro che esaltarci."

La storia dell’Eretum Monterotondo è contrassegnata evidentemente da scelte coraggiose. Dal ritorno in Eccellenza, fino alla fusione tra due realtà che, a detta di tutti, non potevano coesistere, ma che invece oggi rappresentano un’unica grande famiglia che non ha mai nascosto il desiderio velato di riportare la città di Monterotondo nel calcio interregionale. Questo evidentemente ha portato ad una scelta, quella di affidare la panchina ad un allenatore come lei…

"È stata una scelta coraggiosa di per sé. Mi rimetto in discussione in quella che è la mia casa, dove so che ci sono delle aspettative altissime. Girando per il paese, la gente ti ferma, ti chiede e si aspetta tanto. Sappiamo che è difficile raggiungere determinati obiettivi. Io potrò dare il mio contributo, per quello che posso, cercando di dare il massimo per questa realtà che rappresenta nel panorama regionale, e non solo, un’oasi felice per serietà e onestà. Il che mi gratifica, ovviamente, e mi responsabilizza, dandomi delle sensazioni fortissime per le quali non vedo l’ora di sedere in panchina domenica."
 
 
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