La rivoluzione dei gol in trasferta nelle Coppe: non valgono più doppio. I casi più eclatanti con Roma e Milan

La rivoluzione dei gol in trasferta nelle Coppe: non valgono più doppio. I casi più eclatanti con Roma e Milan
di Benedetto Saccà
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Venerdì 25 Giugno 2021, 08:11 - Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 11:11

Incredibilmente, pazzescamente, straordinariamente, la Uefa ha cambiato più negli ultimi tre giorni che nei 20 anni precedenti. E, uditeudite, addirittura si è incamminata, con i suoi piedoni petrosi e onusti di burocrazia, verso la strada del buon senso.

Un sogno. E dunque: o stamattina nevica a Roma con 40 gradi oppure Aleksander Ceferin è la reincarnazione slovena di Copernico. Di certo, dopo aver ridipinto il logo della Uefa con i colori dell’arcobaleno, la grande famiglia del pallone europeo ieri ha rivoluzionato l’intelaiatura delle coppe e di ogni duello disteso su una partita di andata e una di ritorno.

In estrema sintesi, dalla prossima stagione, i gol segnati in trasferta in tutte le competizioni non varranno più il doppio.

Che poi – va detto – il doppio non sono mai pesati: semplicemente, solo in caso di parità, era premiata la squadra che ne avesse segnati di più in trasferta. Ma da agosto uno varrà uno davvero, tanto per capirci. E, quindi, due pareggi (tipo 0-0 all’andata e 1-1 al ritorno) non potranno mai più qualificare nessuno, ma spalancheranno giustamente i portoni dei supplementari e dei rigori.

Serve un esempio? Facciamo un esempio. Roma-Juventus, semifinale di Champions (è un esempio...). La Roma gioca in casa all’andata e trionfa per 2-1. Bene. A Torino, al ritorno, vince la Juve per 1-0. Aggregate 2-2, secondo le diciture della Uefa. Oggi a saltare l’ostacolo sarebbe la Juve per via dei gol segnati in trasferta. Da domani, viceversa, la partita di ritorno andrebbe quantomeno ai supplementari. E così. E così, conservatrice per indole e tetragona al cambiamento come un essere umano (tenerissima fu l’invenzione degli arbitri di porta pur di non cedere alla goal-line technology), la Uefa passa una mano di bianco su una norma nata negli anni Sessanta del Novecento e restituisce un briciolo di equilibrio alle sfide a eliminazione diretta. «La regola dissuadeva le squadre di casa dall’attaccare», ha perfino argomentato Ceferin, ormai chiaramente nella veste di Robespierre.


OCCASIONI PERDUTE
È vero, comunque, che da tempo la regola stingeva nel fiume degli anni ed emanava dubbie scintille. I tifosi della Roma, d’altronde, ricordano ancora bene la partita contro lo Slavia Praga nei quarti della Coppa Uefa ‘95-96: 2-0 per i cechi all’andata, 3-1 per i giallorossi ai supplementari all’Olimpico, e promozione dello Slavia. Oggi, anzi da domani, la gara andrebbe ai rigori. E ancora (peggio). Resta inciso nel marmo della follia un caso. Nella semifinale di Champions del 2003 il Milan e l’Inter pareggiarono all’andata per 0-0 (in casa, nominalmente, giocavano i rossoneri), pareggiarono anche al ritorno (per 1-1) e passò il Milan per il gol firmato in trasferta. Stesso stadio, stessi risultati, stessa somma di gol e...una squadra avanti per diritto.

Per tacere di Roma-Barcellona del 2018, inclinata dal Barça all’andata (4-1), bilanciata dai giallorossi al ritorno (3-0) e sorridente per la Roma. Ennò, dice Ceferin, non è giusto. Da oggi si va ai supplementari. Da oggi si fa la rivoluzione.
 

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