Roma, gita a Kiev per eliminare lo Shakhtar e vista sul Napoli per la zona Champions

Fonseca
di Ugo Trani
3 Minuti di Lettura
Giovedì 18 Marzo 2021, 07:30

Il risultato di giovedì, 3-0 all’Olimpico, ha il suo peso in questa settimana che per la Roma è sicuramente complicata: dopo il ko di Parma, il viaggio al gelo di Kiev per il ritorno degli ottavi di Europa League con lo Shakhtar Donets. La tappa in Ucraina, nonostante il successo abbondante nella gara d’andata, diventa comunque fastidiosa. Domenica c’è lo scontro diretto con il Napoli all’Olimpico, la partita che la Lega, «con risposta più ridicola della decisione» riportando il commento testuale del ceo Fienga, si è guardata bene di spostare, non dando alcun peso alla lettera inviata sabato dal club dei Friedkin: Gattuso, stessi punti in classifica (50) ha appena effettuato il sorpasso in classifica, sfruttando la miglior differenza reti e spingendo i giallorossi al 6° posto. Fonseca, solo 3 punti e nessun successo contro le big in campionato, sa che la sfida è da dentro o fuori nella corsa Champions. Così in coppa cercherà di risparmiare qualche titolare. A riposo dovrebbero restare capitan Pellegrini, Spinazzola e Dzeko, più uno tra El Shaarawy e Pedro. La rotazione non sarà eccessiva, essendo condizionata dalla lunga lista degli assenti: gli infortunati Smalling, Veretout e Mkhitaryan, il convalescente Zaniolo e gli esclusi dalla lista Uefa Reynolds, Jesus, Fazio e Pastore.

RIVINCITA PARZIALE
Se la Roma non farà la stupida nel tardo pomeriggio contro lo Shakhtar, andrà per la prima volta nella sua storia ai quarti della competizione. Mai successo da quando la Coppa Uefa non c’è più. Partendo dal 3-0 in casa, 6 volte su 7 ha passato il turno (stop solo a Jena, ex Germania Est, nel 1980 e in Coppa delle Coppe: 4-0 per il Carl Zeiss).

Fonseca, invece, si fermò l’estate scorsa, il 6 agosto, nel turno secco degli ottavi contro il Siviglia a Duisburg, subendo un’autentica lezione da Lopetegui. Quel giorno fini in piazza lo strappo con Dzeko e in bilico la posizione dell’allenatore. Che, proprio in coppa, proverà a conquistare definitivamente la fiducia della nuova proprietà. Prendendo la scorciatoia per il rinnovo del contratto: in caso di vittoria del trofeo, il digiuno giallorosso dura dal 2008 (Coppa Italia con Spalletti in panchina), sarebbe garantita la partecipazione alla Champions, senza doverla ottenere in campionato, dove la concorrenza è aumentata. Con la promozione ai quarti, salirebbero gli introiti dell’avventura continentale: già incassati 12,51 milioni, ne arriverebbero altri 1,5 per la qualificazione più il premio della gara di ritorno (bonus da 570 con il successo e 190.000 con il pari).

NIENTE PUBBLICO
«Chiedo la massima concentrazione, sarà una gara difficile. Ancora non pensiamo al Napoli. Voglio l’atteggiamento giusto: il 3 a 0 non basta. Ma non ci difenderemo, giocheremo per vincere. In Ucraina la Roma non lo ha mai fatto», chiarisce Fonseca. Fuori casa, per la verità, è sempre stata sconfitta dallo Shakhtar: nel 2006 a Donetsk con Spalletti, nel 2011 con Montella sempre alla Donbass Arena e nel 2018 con Di Francesco a Karkhiv e proprio contro Fonseca. Cambia ancora la sede: appuntamento alle 18,55 all’Olimpiyskiy di Kiev, stadio di casa della formazione di Castro, l’erede di Fonseca. Senza spettatori, però. È stato il sindaco Klitschko, ex pugile, a fare pressioni sul governo che ha deciso, con i contagi in aumento, di non aprire i cancelli ai tifosi (i biglietti saranno ovviamente rimborsati). Lo Shakhtar già aveva ridotto il numero degli spettatori da 22 mila (30% della capienza) a 14 mila.

© RIPRODUZIONE RISERVATA