Giorgia Rossi e Giulia Mizzoni, sono romane le nuove signore del calcio

Giorgia Rossi e Giulia Mizzoni
di Alessandro Catapano
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Venerdì 20 Agosto 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 11:12

È questione di sfumature. «Gli schemi di gioco sono sempre gli stessi - dice -, ma vogliamo provare a raccontarli con toni di colore diversi». Cambia il calcio, cambia il modo di raccontarlo, cambia vita una delle signore della Serie A.
Giorgia Rossi, dopo otto anni a Mediaset, approda a Dazn: cosa si aspetta da questa nuova avventura?
«Entusiasmo e passione, quelli che ho percepito da subito a Dazn. La voglia di cambiare, mettere un po’ di colore nel racconto sportivo, senza rinnegare la tradizione. Cambieranno le abitudini degli italiani, anche le mie: tornerò a girare per i campi. Lascio una grande famiglia, ma era il momento giusto per fare un cambiamento così rivoluzionario».
Com’è cambiato in questi anni il modo di raccontare il calcio?
«I social sono stati una grande novità, il fatto che il protagonista avesse la possibilità di esprimersi in ogni istante ha costretto noi a cambiare il modo di raccontarlo. Oggi le “interviste esclusive” hanno un valore diverso, le società comunicano tutto sui propri profili, si deve cercare qualcosa che scopra un lato nascosto dell’intervistato. Bisogna reinventarsi questo mestiere, ma può essere stimolante».
E’ più difficile per una donna imporsi in questo ambiente?
«Che tu sia uomo o donna, devi possedere delle caratteristiche fondamentali, aver fatto la gavetta, essere competente, disponibile a fare sacrifici. Dazn dimostra che le pari opportunità esistono, ho trovate tante donne che sanno fare questo mestiere». 
Cosa lascia al calcio italiano il successo della Nazionale di Mancini all’Europeo?
«Che facendo squadra si può vincere anche se non si è più forti. E’ un messaggio che si può estendere a tutti i settori della società. La cultura del lavoro premia, se c’è un gruppo vero, di ragazzi che mettono il bene comune davanti alle proprie ambizioni».
 

Sono tornati grandi allenatori: Allegri, Mourinho, Sarri si aggiungono a Inzaghi, Pioli, Gasperini e Spalletti: chi la intriga di più?
«Aspetto con più curiosità Allegri, io non credo al luogo comune delle minestre riscaldate, se si torna dove si è stato bene si può riprendere a fare bene. La Juventus è un po’ ferita, lui può ridarle compattezza».
I nostri club, però, fanno fatica a colmare il gap con le big d’Europa: come possiamo reggere il confronto con il Psg e le inglesi?
«Ma il fair play esiste o no? Va bene che è stato sospeso, ma devono esserci delle regole comuni, oggi non si lotta ad armi pari».
Delle migliori Olimpiadi della nostra storia: cosa l’ha impressionata di più? 
«La 4x100, a proposito di gruppo. Quel centesimo di Tortu è stato impressionante. E poi la finale della Pellegrini, l’addio a testa alta di una grande donna e grande campionessa».
Lo sport italiano è sempre più donna?
«Non va dimenticato, anzi va inciso a caratteri cubitali, perché si investa, anche nel calcio femminile. Serve maggiore attenzione». 
Chi vince il campionato?
«Sbaglio sempre i pronostici. Dico la Juve».
Le rivelazioni?
«Muriel, il mio pupillo. Sassuolo e Torino».
Roma e Lazio?
«Con l’ingaggio di Mourinho e Sarri, mi aspettavo qualche mossa in più. Ma sono due grandi tecnici».

Parola d’ordine, felicità. «La felicità di un bambino al luna park». Prima considerazione: Giulia Mizzoni è molto determinata. Seconda: con la sua determinazione, è arrivata a fare quello che le piace. Terza: le piace come il primo giorno. 
Mizzoni, concorda?
«La felicità di fare questo mestiere e l’approccio alla diretta sono gli stessi di quando lavoravo nelle radio, sì. Credo che si percepisca. La gente non è stupida, anzi». 
Si spieghi.
«Chi ci segue è ogni mese più competente, non ti perdona niente, devi rispettare il telespettatore, giustamente ti fa le pulci. E si è modernizzato il modo di guardare, ora è più mordi e fuggi, al bar o sull’autobus, devi essere bravo a portare in campo chi ti sta guardando».
Lei è una senza tanti fronzoli.
«Mi piace parlare alla gente in modo semplice, diretto, ma sempre competente, non è che devo ridere per buttarla in caciara».
Quando ha realizzato cosa avrebbe fatto nella vita?
«Nel 1998, a 14 anni, quando Di Biagio ha sbagliato il rigore contro la Francia. Vedevo la partita con i miei compagni di classe, sono rimasta così coinvolta che ho capito che avrei voluto fare la giornalista sportiva».
E’ stato più complicato per una donna?
«Non mi sono mai posta il problema, ho avuto la fortuna di trovare persone competenti, che mi hanno trattato sempre come una di loro. E’ stata dura, certo. Ma così doveva essere. A 19 anni ho iniziato con la gavetta, ho imparato, ho studiato, questo ha un valore che purtroppo ultimamente si è perso. Ma non voglio passare da esempio, per carità, stiamo sempre parlando di pallone».
Da Dazn ad Amazon, trova la Champions, che si annuncia fantasmagorica...
«Il Psg, il Real, il City, le guardo come facevo sull’album delle figurine. Ecco, ritorna l’approccio fanciullesco, ma come fai a non emozionarti con Messi a pochi centimetri? Senza nulla togliere alla serie A, eh. Comunque, mi mancava solo la Champions, ringrazio Prime Video della possibilità».
Il calcio è in piena crisi economica, non solo in Italia?
«La crisi riguarda tutti, stiamo arrivando sull’orlo del baratro, che vogliamo fare? Non sarebbe meglio fermarsi un attimo?».
Cosa ci insegna la vittoria all’Europeo?
«Che anche se non sei la più bella della festa, il bel ragazzo a volte te lo prendi. E che la guida tecnica è fondamentale, Mancini ha fatto un lavoro incredibile. Ah, pure che avere il portiere più forte qualcosa la sposta».
E le medaglie olimpiche?
«Una boccata d’ossigeno dopo una lunga depressione. E’ stato bello vedere i sorrisi di questi ragazzi, ma è stato istruttivo anche osservare le cadute, alcune fragorose, di grandi atleti. Lo sport è tante cose insieme che dovrebbero essere la base della vita».
Protagonista della prossima Champions? 
«Sarò banale, ma sono curiosa di vedere Messi lontano dal giardino di casa. Spero che le italiane tornino a giocarsela».
Protagonista della prossima Serie A?
«Scelgo gli allenatori: Spalletti a Napoli, Mourinho per capire se è ancora quello del triplete». 
Chi vince il campionato?
«L’Inter si è ridimensionata, dico la Juve di Allegri».

 
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