La minaccia di Giomi: «Meno soldi al calcio»
La replica di Tavecchio: «Non succederà»

La minaccia di Giomi: «Meno soldi al calcio» La replica di Tavecchio: «Non succederà»
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Martedì 1 Aprile 2014, 20:03 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 19:23
«Io pongo un problema di metodo e non di merito: non ci sono più i presupposti perchè una federazione sia considerata al di sopra di tutte le parti». Il presidente della Fidal Alfio Giomi è tra coloro che più di altri, a partire da maggio dell'anno scorso quando prese la parola nel corso di una Giunta del Coni, sostiene l'idea che al calcio debba essere distribuita una quota minore rispetto all'attuale dei soldi che il Coni destina allo sport.

Alla Figc ogni anno è riservata una percentuale fissa (pari al 18%) dei contributi che lo Stato passa al Comitato Olimpico. Tutti gli altri, federazioni e enti sportivi, ricevono invece fondi in base a vari parametri, che Giomi definisce «complicatissimi, usano perfino degli algoritmi», e fra i quali ci sono numero di tesserati, personale, risultati sportivi. In base a tutto questo nel 2013 alla sola Figc sono andati 62 milioni di euro di fondi Coni. Tutto ciò perchè nel 2005, quando il Totocalcio è passato nelle mani dei Monopoli di Stato, il Coni perse in pratica la sua autonomia finanziaria, e una delibera del Consiglio nazionale, d'intesa con il governo, stabilì

una quota fissa che il ministero avrebbe passato al Coni, di cui il 18% sarebbe spettato alla Figc. «Io non contesto il calcio - dice Giomi - ma dico solo che la loro federazione dovrebbe sottostare ai parametri che valgono per gli altri. Una volta era giusto che il calcio prendesse di più perchè con il Totocalcio manteneva tutto il movimento, ma ora le cose sono cambiate. Poi se in base ai parametri che devono valere per tutti il calcio prenderà anche più di adesso, a me va benissimo».



LA REPLICA DI TAVECCHIO

«Aspetterei a dire che il Coni darà meno soldi al calcio e che abbia intenzioni di danneggiare la gallina che fa le uova». Sulla volontà di alcune federazioni sportive di rivedere i contributi da dare al calcio, versati ogni anno dallo Stato al Coni e poi redistribuiti dallo stesso comitato olimpico, dice la sua, mostrandosi scettico, anche il presidente della lega dilettanti Carlo Tavecchio. «Il calcio tiene in piedi tutto il sistema sport in Italia - dice ancora Tavecchio - e dà più di ciò che riceve. Sarebbe poco lungimirante crearci dei problemi, e mi auguro che vengano confermate le cifre che prendiamo adesso, che comunque sono molto più basse rispetto al passato». «Le altre tesi - conclude - mi sembrano abbastanza singolari. Pensiamo anche a quanto si incassa grazie alle scommesse sulle partite: sarebbe lo stesso anche se non ci fossero? Quindi è il calcio che spinge il movimento».
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