Morto Gigi Simoni, allenatore gentiluomo: si infuriò per il rigore negato a Ronaldo

Gigi Simoni, morto l'allenatore gentiluomo: indimenticabile quel rigore negato a Ronaldo
di Piero Mei
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Venerdì 22 Maggio 2020, 15:25 - Ultimo aggiornamento: 19:55

Gigi Simoni, l’allenatore gentiluomo, è scomparso a 81 anni. Era malato da tempo. Se n’è andato con la magnifica discrezione con cui ha vissuto tutta la sua vita e le sue carriere di calciatore prima e di allenatore poi. Di lui si ricordano promozioni da record con le sue squadre (sette volte dalla B alla A, e una in C1) e mai sopra le righe, né nei successi né nelle delusioni. Neppure quando all’Inter lo esonerarono proprio il giorno che gli avevano consegnato il premio della “panchina d’oro”, che s’assegna per voto dei colleghi.

Veniva da due vittorie, una in Champions contro il Real Madrid e una in campionato contro la Salernitana. Gli chiesero:  ci sono voci che… E Gigi Simoni di Crevalcore rispose con il suo sorriso eterno: “Non sono voci, sono fatti. Sono stato esonerato. Me lo ha comunicato Sandro Mazzola”. “E cosa gli ha detto?. “Che ero esomerato” e non aggiunse altro.

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L’Inter, per Simoni, era stato, parole sue, “toccare il cielo con un dito”. E aggiungeva: “E uno scudetto quasi vinto”. Il cielo con un dito si riferiva alla vittoria di una Coppa Uefa, il quasi all’unica volta che lo si è visto, in quarant’anni di onoratissima carriera da mister, perdere le staffe e l’aplomb. Cercò perfino l’inseguimento all’arbitro.

Il fatto è storico: è quello del 26 aprile 1998, del fallo dello juventino Iuliano su Ronaldo; l’arbitro Piero Ceccarini, livornese, non l’ha mai ammesso, ma vent’anni dopo Simoni commentava “se dicesse che s’è trattato di un errore sarebbe meglio”.

Ronaldo il Fenomeno era alla sua prima stagione nerazzurra; l’attesa dello scudetto stava per farsi “sogno avverato”, ma Iuliano a piè apari (o forse dispari) una incursione del brasiliano. Ne nacquero processi del lunedì che durarono tutti i giorni, a lungo, con tanto di interrogazioni parlamentari e con polemiche che continuano ancora, anche se pure i moderni followers di youtube sono per l’errore arbitrale, diciamo così. Ne derivarono perfino barzellette con Ronaldo e il buon Dio protagonisti di desideri impossibili del brasiliano.
 

 

Simoni fu espulso quel giorno: danno e beffa vanno sempre d’accordo. Il Grande Gigi aveva giocato fra l’altro anche nel Torino di Meroni; quando Edmondo Fabbri lo chiamò per un raduno in Nazionale ammise che non doveva toccare a lui ma a Meroni, “però a Fabbri non andavano a genio i suoi capelli”.

Ha allenato anche la Lazio in una fuggevole stagione in serie B. L’hanno amato dovunque. Specie alla Cremonese, dove lo hanno eletto loro “allenatore del secolo”. Gli ultimi scampoli di carriera è andato a viverli da direttore tecnico del Gubbio: amava quel calcio “verace” che sa delle “buone cose di una volta”. Il calcio del pallone e non del palinsesto, dell’armadietto dei medicinali, dello sportello del betting: il calcio di Gigi Simoni, ciao Mister.

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