MUSO CORTO
Ma oggi conta stare col muso corto (per usare un termine cavallaro tanto caro ad Allegri) avanti, perché da qui alla fine manca poco ed è decisivo avere la situazione nelle proprie mani. Vincere a Genoa, al di là di questi discorsi teorici (ma fino a un certo punto) vale tanto e per Ranieri sarebbe la svolta all’ultimo bivio o, come dice lui, al curvone. Questa è per la Roma - almeno sulla carta - l’unica vera partita contro una squadra con motivata, che ha ancora qualcosa da rischiare. Poi, Juve in casa, Sassuolo in trasferta e Parma di nuovo in casa, non certo tre sfide da dentro o fuori, tanto per intenderci. Il tecnico giallorosso ha davanti giocatori a cui dare un futuro, anche se lui non ce l’ha (a Roma), perché destinato - sempre in teoria - a lasciare il mandato a fine stagione e magari essere rimpianto. Tenere alta la concentrazione, in questo contesto, non è semplice.
FUTURO DA DECIFRARE
In questa fase della stagione, così come ha detto Claudio stesso, nessuno deve sentirsi fuori, ai margini, nemmeno chi, come Schick, è stato sedotto e abbandonato. Pastore va in panchina? Forse, ma uno così sa che fino all’ultimo è tornato ad avere chance per essere utile. Zaniolo non deve sentirsi sicuro del posto e allo stesso tempo, se giocherà (a destra), ha il compito di tornare quello di due mesi fa. Poi c’è chi il posto non glielo discute nessuno, vedi Dzeko. Che deve dare alla Roma i gol per il quarto posto. Il primo a lasciare Trigoria, come detto, sarà l’allenatore, che però non smette mai di far trasparire attenzione, determinazione, voglia di arrivare. E’ uno che fa vedere di stare sul pezzo. E alla fine, magari, un pezzo di Champions dovrà essere per forza suo. Sognando la conferma nella Roma.
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