Caso Genoa, il ministro Spadafora: «Nessuno stop alla serie A. Parole di Zampa avventate»

Caso Genoa, il sottosegretario Zampa: «Il campionato va sospeso»
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Mercoledì 30 Settembre 2020, 09:59 - Ultimo aggiornamento: 16:06

«Il campionato di Serie A deve essere sospeso». Tranchant il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa a «The Breakfast Club» su Radio Capital parlando dei 14 positivi del Genoa. «Quando c'è un numero di positivi così alto, non si può che fermare il campionato. I positivi non sono in grado di giocare, e possono contagiare altre persone. Il protocollo è stato sottoscritto anche dalla Federazione calcio. E nessuno al momento sta facendo pressioni su di noi». «Il comitato tecnico scientifico è radicalmente contrario alla presenza dei tifosi sugli spalti. Su questo si è già espresso» continua la Zampa a Radio Capital.

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Poi la "frenata". «Nel corso della mia intervista a 'Radio Capital' ho detto che, in base al Protocollo sottoscritto dalla Figc (Federazione italiana gioco calcio), i giocatori positivi al Covid-19 non possono giocare fino a quando non risulteranno negativi al tampone. Questo non significa che la Serie A vada sospesa», chiarisce in una nota la sottosegretaria Zampa. «Saranno poi la Figc e le società calcistiche a decidere sui destini del massimo campionato: se facendo recuperare partite alle squadre che non potranno giocare o mettendo in campo eventuali riserve», conclude la sottosegretaria.
 

L'altoltà del ministro


Altolà alle parole del sottosegretario anche dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora: «Non ci sono le condizioni per fermare il campionato di calcio» dopo i 14 casi di positività al Genoa, confermati tra l'altro dal quarto tampone oggi, ha detto. Prima di partecipare alla riunione di maggioranza sul testo unico di riforma dello sport Spadafora ha poi definito «avventate» le prime dichiarazioni del viceministro.
 

Le altre precisazioni


«In caso di più calciatori positivi va fatto un passo indietro, stabilizzare la situazione e ripartire. Ma la decisione di fermare un campionato di calcio non passa per il vice ministro della Salute, e quindi parlo da medico», precisa il vice ministro della Salute Pierpaolo Sileri, in visita a Casal di Principe (Caserta), presso Casa Don Diana, bene confiscato alla camorra. «Se hai una squadra di calcio con molti giocatori positivi - ha proseguito Sileri - quella squadra farà fatica a giocare, ma quello che mi preoccupa è l'eventuale positività di altri giocatori di altre squadre, perchè sebbene dubito che il contagio possa avvenire in campo con facilità perchè il contatto lo hai mentre giochi, sono più preoccupanti i contatti conviviali come nello spogliatoio, a cena. Quindi se troviamo dieci giocatori positivi da una parte, cinque dall'altra, faccio fatica a pensare ad un campionato aperto». Sull'apertura degli stadi, Sileri dice «sì, ma non certo con capienza piena»

Il sottosegretario è poi intervento anche all'Aria che tira su La7 ribadendo che 
«non ci sono ragioni per sospendere il campionato». «Non ho mai pensato che debba essere sospeso il campionato - chiarisce Zampa, spiegando di non aver cambiato idea rispetto alle dichiarazioni di questa mattina - penso che quei giocatori non devono giocare. Le squadre possono recuperare le partite, possono decidere di far giocare eventuali riserve, il campionato può andare avanti», aggiunge facendo l'esempio che «se un bimbo risulta positivo, non chiude tutta la scuola».

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