«Da oltre 15 anni c'è la consapevolezza che l'industria del football nazionale è esposta a ingerenze delinquenza comune e organizzata. Sono documentati casi di contiguità e intrecci con ambienti malavitosi in cui sono coinvolte società sportive, calciatori e indotto del calcio». Lo ha detto il capo della polizia, Franco Gabrielli, davanti alla Commissione parlamentare Antimafia. «Il crimine intravede nella gol economy l'occasione per ampliare traffici illeciti e insinuarsi in modo pervasivo sul tessuto sociale», ha proseguito Gabrielli. «Nei 75 incontri calcio caratterizzati da scontri, queste criticità rappresentano uno dei fronti più impegnativi per l'ordine pubblico: al 31 marzo sono stati impiegati in occasione delle partite contingenti di polizia per oltre 165mila persone».
Gabrielli ha espresso «sincera gratitudine a Governo e Parlamento per aver ripristinato istituto dell'arresto in flagranza per differita». «Negli ultimi anni la criminalità ha perseguito una articolata strategia di infiltrazione: il segmento più a rischio è il calcio minore perché si incorre in minore livello di esposizione», ha chiarito Gabrielli.
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