Frosinone, intervista a Maurizio Stirpe: «Io, tra regione e sentimento»

Frosinone, intervista a Maurizio Stirpe: «Io, tra regione e sentimento»
di Maurizio Di Rienzo
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Giovedì 21 Febbraio 2019, 09:30
Non ha mai nascosto la propria simpatia per la Roma, ma sabato sera al Benito Stirpe, lo stadio-gioiello da 16.227 posti tutti al coperto intitolato a suo padre che a metà anni ‘60 alla guida del Frosinone conquistò la prima promozione dalla Serie D alla C, Maurizio Stirpe, da più di tre lustri al vertice del club ciociaro, tiferà per i colori giallazzurri.
Il suo cuore, insomma, presidente non sarà diviso a metà?
«Assolutamente no, sarà tutto giallazzurro. E’ noto che io sono un simpatizzante della Roma, però sabato sera farò ovviamente il tifo per il mio Frosinone. Su questo non potranno esserci incertezze né tanto meno equivoci».
Come è nato l’amore per la squadra giallorossa? C’entra qualcosa suo padre?
«Mio padre era tifoso della Roma e per la prima volta mi portò a vedere una partita all’Olimpico nel ‘67, cioè l’anno dopo che il Frosinone, con lui alla guida della società, conquistò la terza Serie nazionale. All’epoca avevo 9 anni e ricordo che rimasi colpito dalla tantissima gente presente sugli spalti, forse 40-45mila spettatori. Per me abituato al Matusa (il vecchio stadio dove i giallazzurri hanno giocato per oltre 70 anni, ndr) dove a vedere il Frosinone c’erano al massimo 4.000 persone, fu uno spettacolo che mi lasciò senza fiato».
Per lei che cosa significano la Roma e il Frosinone?
«Entrambe sono il segno di una identità, dell’appartenenza ad una regione, nel nostro caso, il Lazio. Due città, Roma e Frosinone, che peraltro rappresentano un punto di riferimento della mia vita».
Che partita si aspetta sabato sera?
«Indubbiamente una gara molto difficile per il Frosinone, inutile nascondersi dietro un dito. Sarebbe importante fare punti pesanti anche in casa, visto che non abbiamo mai vinto davanti ai nostri tifosi. Però non è il caso di mettere pressioni alla squadra anche perché dopo la partita con la Roma, per noi inizia un ciclo di scontri in cui, invece, se vuoi salvarti di punti dovrai farne eccome».
Allora, presidente, pare di capire che alla vigilia firmerebbe per il pareggio?
«Certo che firmerei in anticipo per un punto. Per il Frosinone è fondamentale muovere la classifica».
C’è qualche giocatore in particolare che toglierebbe alla squadra di Di Francesco?
«È difficile individuare un elemento, dipende da chi giocherà (ride Stirpe, ndr). Quello giallorosso è un organico di grande qualità. Considerati gli impegni futuri della Roma (il derby con la Lazio, ndr), comunque, spero che sabato sera facciano un buon turn over».
De Biasi, l’ex ct dell’Albania, in settimana ha detto che rispetto alla partita con la Juventus, il Frosinone contro la Roma avrà più chance. E’ d’accordo?
«Probabilmente De Biasi ha ragione. Stavolta peraltro giochiamo in casa e, poi, la Roma pur fortissima, non è certo la Juventus. Il coefficiente di difficoltà, comunque, rimane elevato e non dimentichiamo che all’andata la Roma ci ha battuto 4-0. Ma per restare in corsa fino all’ultimo per la salvezza, d’ora in avanti il Frosinone dovrà fare qualcosa di più rispetto al passato. Purtroppo sta pagando un avvio di campionato disastroso, con un solo punto ottenuto nelle prime 8 giornate. Adesso, però, bisognerà affrontare gli avversari con più coraggio e magari, in certi momenti della partita, anche con un pizzico di sfrontatezza».
A proposito di salvezza, presidente, che cosa farebbe per riuscire a centrarla?
«>Per tentare di rimanere in Serie A, quest’anno la società non ha lesinato impegno e risorse più di quanto in effetti potesse fare. Se dovessimo salvarci – e personalmente ci ho sempre creduto – per mantenere la categoria anche nella prossima stagione senza troppa sofferenza, allestirei una squadra ancora più competitiva rispetto all’attuale».
 
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