PANCHINARI NEL MIRINO
Forse il tecnico ce l’aveva proprio con loro. Come a dire: io vi chiamo in causa e voi giocate in quel modo? «Alcuni giocatori non meritavano di scendere in campo» è una frase forte e sincera, ma rischia di tornare indietro tipo boomerang. La Roma per arrivare in fondo ai suoi obiettivi ha bisogno di tutti i giocatori, non ne bastano 11-12. Sia perché c’è la necessità - specie se devi gestire numerosi infortuni - di poter/dover puntare su tutti, sia perché i calciatori non devono essere deprezzati per i motivi che conosciamo da tempo, cioè le cessioni pro bilancio, quindi le plusvalenze. Pugno duro sì, ma l’accanimento (presunto) diventa deleterio. Contro la Spal qualcuno pagherà il conto, difficilmente vedremo Under (che a Milano, ad esempio, non è stato impiegato nemmeno in mancanza di Zaniolo, che era stato spostato al centro) dal primo minuto, così come Florenzi, sempre più distante da tutto, specie dopo Roma-Wolfsberger. Forse Fazio sì, a meno che Fonseca non punti sulla inedita coppia Jesus-Cetin. Ma ci sembra troppo, onestamente. Dovrebbe tornare Kluivert, che per il portoghese è un titolare, con le sue diciassette partite giocate e tutte dal primo minuto. Con la Spal è da valutare: l’olandese, perché reduce da un fastidio muscolare, potrebbe partire dalla panchina. In questo caso, al suo posto, uno tra Perotti e Mkhitaryan, che con il Wolfsberger si sono comportati discretamente, forse meglio l’argentino che non l’armeno. Non ci sarà il ventisettesimo infortunato, Mirante, di sicuro tornano Pellegrini e Zaniolo, quest’ultimo ieri ospite assieme alla conduttrice Diletta Leotta presso lo store Tim in Viale Europa nel ruolo di nuovo ambassador Xiaomi 2020. Con lui anche il procuratore Vigorelli.
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