LA LEGGE DI PAULO
Meglio precisare: nessuna sfida all’Ok Corral tra i due ma soltanto la volontà del portoghese di legittimare il suo ruolo. La meraviglia di Petrachi per la decisa indicazione dell’allenatore dura qualche secondo. Poi, una volta resosi conto da ex calciatore che il portoghese ha ragione, lascia il palcoscenico a Paulo. Che chiusa la porta - se anche ci fosse stata un minimo di perplessità da parte della rosa su come la Roma aveva affrontato la partita - è stato immediatamente visto sotto una luce diversa dai suoi calciatori. Non tanto dall’ala giovane del gruppo che già lo ha eletto a guida tecnico-tattica. Quanto dai big dello spogliatoio, Dzeko e Kolarov in testa. Un atteggiamento che non è altro una conferma di quello che il tecnico aveva dichiarato in un’intervista, datata novembre, rilasciata al sito della Uefa in occasione del match contro il Basaksehir: «Prima della partita i giocatori non intervengono, sono io che faccio il discorso. All’intervallo, possiamo anche discutere di qualche momento particolare della gara in cui uno o due giocatori magari dicono qualcosa a livello individuale. Ma sono io a parlare. Poi durante la settimana c’è tempo per confrontarsi su ogni cosa». Da sabato sera Petrachi ne ha avuto una dimostrazione.
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