Roma, Fonseca: l'Europa è di casa. Dopo il Braga, lo Shakhtar: una coppa da ex

Fonseca
di Ugo Trani
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Sabato 27 Febbraio 2021, 09:30

«È stato il destino». L’emozione di Fonseca dopo il sorteggio di Nyon: agli ottavi c’è lo Shakhtar, ultimo suo club prima di venire nella Capitale. A Donetsk si è fermato per 3 stagioni, ha conquistato 7 trofei e conosciuto la compagna Katerina dalla quale ha avuto il piccolo Martin. La nuova sfida da ex (andata qui l’11 alle ore 21 e ritorno all’Olimpiyskiy di Kiev, con il pubblico, il 18 alle 18,55) subito dopo quella con il Braga, buttato fuori nei sedicesimi di Europa League e collegato al prossimo rivale. Perché alzando con lo Sporting, nel maggio 2016, la Coppa di Portogallo si fece conoscere, ricevendo la chiamata dal club ucraino che lo convinse a interrompere, con una stagione d’anticipo, il contratto. Anche la Roma, comunque, conosce bene l’ex squadra di Paulo, eliminata con lui in panchina agli ottavi di Champions nel 2018: gol di Dzeko all’Olimpico dopo il ko dell’andata (2-1). In quell’edizione i giallorossi arrivarono fino alla semifinale contro il Liverpool.

CLASSICA E INEDITA
«Salutateci Fonseca» il messaggio affettuoso via Twitter dall’Ucraina, prima del 4° incrocio tra la Roma e lo Shakhtar che mai però si sono affrontate in Europa League. Sempre in Champions, dunque, con 2 successi giallorossi e 4 degli avversari, senza nessun pareggio. Eppure il raccolto migliore è stato del club di Trigoria, con 2 promozioni e un’eliminazione: vittoria con Spalletti all’Olimpico (4-0) nella fase a gironi del 2006 e ko (ininfluente) al ritorno con Lucescu in panchina (1-0), sconfitte con Ranieri in casa (2-3) e con Montella in trasferta negli ottavi del 2011 per la promozione sempre contro l’allenatore rumeno e successi di Fonseca a Donetsk e di Di Francesco all’Olimpico negli ottavi del 2018. In campo, con lo Shakhtar, in entrambe le partite di 10 anni fa anche Mkhitaryan, da mediano nel 4-2-3-1 di Lucescu. L’armeno rimase in Ucraina per 3 stagioni (fino al 2013), giocando 106 partite e realizzando 44 reti.

IN ALTALENA
Sarà anche il duello tra tecnici portoghesi: Fonseca si troverà di fronte il suo successore Castro.

Che ha cambiato già più volte il sistema di gioco in questa stagione, passando per il 4-2-3-1, il 4-1-4-1 e il 4-3-3. E scegliendo il 5-3-2 a San Siro contro l’Inter: il mancato successo a Milano (0-0 sia all’andata che al ritorno) è costato l’eliminazione dalla Champions alla fase a gironi, pur avendo battuto in entrambe le partite il Real che si è comunque piazzato al 1° posto. Il club di Donetsk è uscito pur avendo gli stessi punti (8) del Borussia Moenchengladbach, capace però di vincere sia in Germania che in Ucraina: umiliazione complessiva da 10 a 0. Ne prese 5, senza segnare, pure dall’Inter nella semifinale di Euroleague il 17 agosto. Ma a confermare la discontinuità sono le ultime 5 gare senza incassare gol. Nei sedicesimi ha eliminato il Maccabi Tel Aviv. «Sarà un turno difficile conosco bene i giocatori, sono una grande squadra. Fortissima. In Champions hanno vinto due volte contro il Real e pareggiato con l’Inter», avverte Fonseca. Dei suoi titolari sono rimasti Pyatov, Ismaily, Stepanenko, Marlos e Taison. «È bello per me tornare in Ucraina, una casa in cui sono stato molto felice, tre anni che non dimenticherò. So che è sempre difficile giocare lì, in questo caso a Kiev, dovremo fare una buona prestazione all’Olimpico». Intanto la società giallorossa ha annunciato l’accordo con il nuovo segretario Lombardo e il rinnovo biennale per il ceo Fienga ratificato dal cda. La semestrale ha registrato qualche miglioramento nei conti della società: perdita di gruppo di 74,8 milioni al 31 dicembre (nel precedente esercizio -87); indebitamento finanziario netto del club passato da 300,2 milioni a 268,4. I fredkin presto completeranno in anticipo l’aumento di capitale.

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