Arrivederci Roma, Florenzi sceglie di inseguire gli Europei

Alessandro Florenzi (foto MANCINI)
di Stefano Carina
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Giovedì 30 Gennaio 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 09:22
Nessuna plusvalenza, almeno per adesso. Florenzi lascia la Roma in prestito, come un calciatore qualsiasi. E se è vero che l’impatto avuto come capitano non s’è avvicinato nemmeno lontanamente a quello dei suoi predecessori (Totti e De Rossi) fa comunque effetto che l’uomo designato a rappresentare la squadra, ammaini la bandiera a metà stagione. Di certo influisce il fatto di voler giocare per non perdere il treno dell’Europeo a giugno. Ma c’è anche la volontà - una volta certificata la voglia della Roma di cederlo e nonostante l’impossibilità del Valencia di garantire un obbligo di riscatto legato alle presenze - di non tornare indietro. Ormai le parti avevano deciso: il club giallorosso di privarsene e lui di andarsene. Un arrivederci che somiglia molto ad un addio posticipato. Perché con Fonseca in panchina (con il quale ha avuto un incontro chiarificatore negli ultimi giorni) appare improbabile che Alessandro possa trovare spazio nella prossima stagione. Questi 6 mesi quindi serviranno per giocare, tenere vivo il sogno azzurro e provare a rivalutarsi, dopo un anno e mezzo nel quale il suo cartellino ha perso sensibilmente di valore. Soltanto un paio di stagioni fa, immaginare di vendere Florenzi per una quindicina di milioni avrebbe rappresentato un’eresia. Oggi, invece, nemmeno il club interessato a prenderlo li ha garantiti. Uno strappo che il calciatore ha preferito non commentare. «Non sono emotivamente pronto per parlare, anche se avrei molte cose da dire ai tifosi», le poche parole strappate all’uscita dal centro sportivo Fulvio Bernardini dai cronisti presenti. Chissà se oggi dirà qualcosa in più. Accompagnato dall’agente Lucci, abile a trovare una via d’uscita ad una trattativa che martedì sera sembra essersi arenata sull’impossibilità da parte del club andaluso di garantire un obbligo di riscatto legato alle presenze (il Valencia intendeva unirlo alla qualificazione alla prossima Champions), Florenzi è atteso in Spagna per svolgere le visite mediche e apporre la firma sul contratto. Quello che ieri hanno fatto Carles Perez e Villar, le due new entry (insieme a Ibanez) nella rosa giallorossa. Dopo 18 anni, interrotti soltanto da una stagione (2011-12) al Crotone, si conclude così l’avventura di Alessandro nella Roma. Nell’ultimo decennio è stato secondo a livello di presenze soltanto a De Rossi (226 a 257). Totti s’è fermato invece a 188. Una morsa involontaria, quella dei due ex capitani, che lo ha stretto e soffocato agli occhi della piazza ancor di più del ruolo (incerto) in campo. Perché se inizialmente era una necessità del club, quello di impiegarlo esterno basso, con il tempo s’è trasformata in una volontà di Florenzi che in quella posizione, rispetto al ruolo di ala, ha sempre trovato meno concorrenza. Nella Roma e in Nazionale.

CORONAVIRUS BLOCCA PASTORE
Una partenza che ha effetti anche su altre operazioni di mercato. Cetin, ad esempio, nonostante il Lecce prema per averlo in prestito, ha per ora ricevuto il veto di Fonseca. Il tecnico, pur avendo Santon e Peres (aspettando Zappacosta), si sente più sicuro con il turco in rosa che eventualmente può essere spostato a destra. L’altro indiziato a salutare, Jesus, ha rifiutato il Cagliari. Rimane la Fiorentina che tuttavia, dopo essersi risollevata in classifica, non sembra più avere l’urgenza di prendere un difensore. Il Rennes non intende garantire l’intero ingaggio a Nzonzi che a sua volta ha rifiutato il West Ham. Tradotto: o il francese trova una soluzione, oppure torna al Galatasaray. Pillola finale su Pastore: il coronavirus ha bloccato il trasferimento in Cina. La Roma, infatti, aveva trovato una squadra all’argentino, bypassando il salary cup di tre milioni con uno sponsor che copriva per intero l’ingaggio del trequartista. Il rinvio del campionato di due mesi ha però fatto saltare il trasferimento. Tra l’altro dalla Cina è iniziato il fuggi-fuggi dei calciatori europei: in quest’ottica si spiega la volontà di El Shaarawy di tornare in giallorosso.
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