VERONA SUPERIORE - Sono stati sufficienti i primi passaggi per capire che c’era una squadra superiore sul terreno di gioco ed un’altra, invece, senza capo né coda. Il Verona ha dettato l’agenda del gioco dimostrando una seria organizzazione e con alcune individualità, su tutte Amrabat già acquistato dalla Fiorentina a gennaio, davvero interessanti. Dopo 18 minuti il Verona aveva già segnato un gol e battuto 6 corner, alla fine della frazione gli angoli saranno 7, mentre i mediocri viola solo uno. Gialloblu con un possesso palla al 56,3 per cento, sempre padroni delle idee migliori. Pessina e Lazovic, a galleggiare tra le linee e pronti all’imbucata per Di Carmine o chiunque si inserisse da dietro. Anche il centrale difensivo Rrhamani è partito spesso dalla difesa.
Il gol è stato un gioiello del Verona e una dormita colossale della difesa viola: Faraoni ha servito Amrabat, il marocchino ha disegnato una palombella a scavalcare i centrali della Fiorentina che inspiegabilmente a palla scoperta hanno tentato il fuorigioco. La sfera ha raggiunto Faraoni in mezzo all’area che solo davanti a Dragowski, immobile pure lui, in mezza rovesciata ha segnato.
Non è cambiato nulla dopo: solo Ribery a predicare nel deserto e un attacco viola rassegnato. Kouame alla prima maglia da titolare dopo 7 mesi di assenza per il grave infortunio al ginocchio. Sottil dentro dal primo minuto dopo essere stato quasi sempre in panchina. A sedere Chiesa, Vlahovic e Cutrone, scelte poco comprensibili da parte di Iachini. A centrocampo pure peggio, con i fantasmi Castrovilli e Pulgar e due esterni come Lirola e Dalbert mai avvistati sulle fasce. Morale: per i viola nemmeno un tiro in porta, mentre Lazovic ha impegnato Dragowski.
RIGORE NEGATO AI VIOLA -
Iachini nell’intervallo ha trasformato il reparto offensivo: Chiesa per Sottil, uno dei peggiori, e Cutrone per Ribery che forse aveva speso troppo giocando ogni tre giorni. Dopo 13 minuti un braccio largo di Pessina in area veronese non è stato sanzionato col il rigore, un fallo che ha ricordato quello di Muriel a Torino sabato sera. Il Var non è intervenuto, in sala controllo Di Paolo e Carbone, perché Chiffi ha fatto ampi cenni con le mani spiegando che aveva visto tutto. Cosa? Pareva un rigore solare. Un episodio grave che pesa sulla direzione di Chiffi. Al di là di questa svista, la Fiorentina pur avendo un attacco diverso ha proseguito sulla strada delle proprie criticità. Amplificate da un clamoroso errore di Cutrone che di testa, ad un metro dalla porta di Silvestri, non è riuscito a metterla dentro, anzi ha alzato la palla. Il fuorigioco ha tolto il raddoppio del Verona con Stepinnski che era subentrato a Di Carmine. Ma è stato Veloso con un tiro chirurgico, deviato e al lato per centimetri, ad andare vicino al gol. Anche Castrovilli in diagonale ha messo paura a Silvestri. Sicuramente la Fiorentina nella ripresa ha giocato un po’ meglio, con confusione, ma tanto cuore. Chiffi che aveva deciso per 5 minuti di recupero ha prolungato il tempo e al 51’ Cutrone ha pareggiato (secondo gol in campionato) su assist stupendo di Chiesa. La partita è finita dopo 52 minuti e 17 secondi della ripresa, ma in questo calcio tutto è possibile.
LEGGI LA CRONACA
GUARDA LA CLASSIFICA
© RIPRODUZIONE RISERVATA