Figc, Uva: «Non siamo all'anno zero, il calcio italiano è ripartito»

Uva
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Mercoledì 17 Ottobre 2018, 14:03 - Ultimo aggiornamento: 14:04
«Il calcio italiano non è all'anno zero, ma molto più avanti di quanto si immagini». Lo ha messo in chiaro il dg della Figc Michele Uva, a pochi giorni dall'elezione per la guida della Federcalcio in cui Gabriele Gravina si presenta come unico candidato. «Il calcio italiano non deve ripartire, è già ripartito - ha spiegato Uva - ed è anche un benchmark per altre federazioni, come quella tedesca che è venuta a studiare il nostro modello organizzativo o quella inglese che ci ha chiesto come organizziamo le seconde squadre.«Siamo in un percorso di quattro anni e come tutti i percorsi hanno bisogno di tempo, di stabilizzazione e di idee chiare». Uva ha anche aggiunto che il ct Roberto Mancini «ha le idee chiare, stiamo facendo un percorso con i giovani, un percorso che avrà un futuro. La Nazionale Under 20 è qualificata ai Mondiali, la Under 19 è tra le prime quattro d'Europa, quindi a livello giovanile siamo già vincenti. Ci vuole pazienza. La maglia azzurra è una cosa che ci fa gioire e soffrire, è una passione per tutti gli italiani. Capisco la delusione per una partita persa o un qualificazione mancata, ma capisco anche la straordinaria e forse eccessiva passione di oggi dopo la vittoria in Polonia».

BILANCIO INTEGRATO 2017

«È determinante che ci sia un candidato unico, perché l'unità ti permette di fare le riforme.
La frammentazione ha creato negli ultimi anni dei problemi. Oggi però abbiamo tracciato anche quello che abbiamo fatto, perché non partiamo da zero». È quanto dichiarato dal dg della Federcalcio, Michele Uva, a pochi giorni dalle elezioni per la presidenza federale, destinata al candidato unico Gabriele Gravina. «Il mio futuro? Gli attestati di stima fanno piacere, ho un ruolo bello e importante nella Uefa», ha risposto a margine della presentazione della presentazione del Bilancio integrato della Figc del 2017. Uva, infatti, non verrà confermato da Gravina, al contrario di quanto auspicato nei giorni scorsi dal presidente della Juventus, Andrea Agnelli: «È necessario che il calcio italiano vada avanti, ma non è necessario ci sia Uva. È giusto che il nuovo presidente valuti quelli che sono gli uomini di cui ha bisogno. Il calcio è la mia passione, il mio mondo», ha aggiunto il dg della Figc e vicepresidente della Uefa, propenso a ricoprire ancora un ruolo istituzionale piuttosto che quello di dirigente di un club.
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