«»L'obbligatorietà per le squadre professionistiche dei settori giovanili femminili ci darà una grandissima nazionale». Ne è certo Michele Uva, direttore generale della Figc e vicepresidente Uefa, che oggi a Roma ha presentato il libro 'Campionesse - Storie vincenti del calcio femminile'. «Un tracciato di 11 storie - spiega Uva a margine della presentazione - che hanno rappresentato le pietre miliari dell'inizio del calcio femminile in 11 paesi e un'evoluzione sociale, culturale, e sportiva.
I margini di crescita ci sono nelle donne, perché tra i 14 e i 25 anni c'è un 30% in meno di disputa di sport al femminile d questo dimostra che c'è un gap e che il cacio è un fattore che può chiudere questo gap».
Secondo Uva «negli ultimi anni c'è stata una crescita in Italia - specifica - accelerata da investimenti delle società di Serie A, B, Lega Pro che dobbiamo ringraziare, ma anche gli investimenti della federazione sulle nazionali che stanno dando i primi frutti: è il primo anno che siamo arrivati nelle nazionali giovanili Under 17 e 18 tra le prime otto d'Europa e non è facile«. »Indubbiamente in Italia c'è talento - conclude - non possiamo nasconderci, la promozione e le tessere stanno crescendo, per avere risultati ad altissimo livello come tutti i cicli bisognerà aspettare quei 6-8 anni per fare arrivare le ragazze di 13-14 anni di oggi all'età giusta. Nel frattempo, se dovesse arrivare il miracolo al mondiale di Francia, sarà di ulteriore spinta per la crescita«.
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