Fifa, Infantino duro con l'Italia: «Per gli stadi è dietro il Gabon»

Fifa, Infantino duro con l'Italia: «Per gli stadi è dietro il Gabon»
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Mercoledì 27 Febbraio 2019, 18:13
Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, non è tenero quando parla degli impianti italiani: «La situazione degli stadi in Italia è qualcosa che va al di là di qualsiasi logica: questo Paese ha una passione e una cultura calcistiche incredibili. Oggi l'Italia è dietro al Gabon, che ha organizzato l'ultima Coppa d'Africa a livello di stadi. Lo stadio non è solo il luogo dove si disputa la partita, ma il simbolo di una città. Vedere solo Udinese e Juve che hanno degli stadi di proprietà è incredibile. Uno stadio non è solo un costo, ma è anche e soprattutto un investimento». 

«Con l'Uefa effettivamente abbiamo qualche divergenza di opinioni su alcuni temi: Nations league a livello mondiale, Mondiale per club, l'importante penso sia confrontarsi, parlare. In quanto presidente della Fifa devo parlare col mondo intero, non solo con il presidente dell'Uefa e con una confederazione calcistica. Devo ascoltare tutto il mondo e posso capire che gli interessi siano diversi», aggiunge Infantino nell'intervista a Raisport. «Il 2021 può essere una data importante, penso soprattutto al Mondiale per club, perché abbiamo questa finestra del calendario di questa famosa Confederations cup che non interessa a molte persone, però esiste e dà qualcosa al mondo. Bisogna pensare al mondo e non solo all'Europa - le parole del presidente della Fifa -. Dei progetti oggi a livello calcistico devono avere un'apertura a livello mondiale. Oggi il finanziamento del calcio, per la maggior parte, viene da fuori dell'Europa; anche in Italia e in molti altri Paesi europei si cercano risorse al di fuori dall'Europa. Tutto questo passa attraverso la Fifa che genera introiti e risorse per il mondo del calcio. Magari il futuro Cristiano Ronaldo o Lionel Messi non avrà solo la scelta tra Real Madrid o Juve, ma anche fra Los Angeles e Pechino». Infantino sostiene che «il razzismo è una piaga terribile dell'umanità. Si parla di globalizzazione di immigrazione, io stesso sono figlio di emigranti italiani in Svizzera. Il calcio è una vetrina importante e bisogna lottare con tutta la forza possibile contro il razzismo, quando si verificano incidenti bisogna sanzionarli». «Bisogna anche lavorare sull'educazione - dice - in Italia esiste questo fenomeno, non esiste solo in Italia ma non lo giustifica. Bisogna lavorare tutti insieme, le autorità governative devono aiutarci a buttare fuori dagli stadi i violenti e i razzisti, perché si sa chi sono. Quando i toni sono troppo accessi, alcuni deficienti compiono atti violenti. È giusto sospendere le partite. Ovviamente bisogna fare conto alle questioni di ordine pubblico, perché non è facile far defluire 80 mila persone da uno stadio».

«Sono sposato e ho quattro figlie femmine, non posso sicuramente criticare le donne - aggiunge, a proposito della polemica sulle donne e il calcio - parliamo di calcio e, quando sono stato eletto presidente della Fifa, ho nominato una donna come segretario generale della Fifa per la prima volta nella storia.
Scherzi a parte, il calcio femminile ha fatto dei progressi incredibili negli ultimi anni, è un altro sport: ricordo quando ero all'Uefa, le prima partite erano meno tecniche, più lente, penso che oggi qualche squadra femminile a qualcuna maschile le darebbe pure. Sono finiti i tempi in cui la donna sta in cucina e l'uomo andava a caccia». Infine, la Var, «sulla quale do un giudizio assolutamente positivo. Non è perfetta, ma ci può aiutare. Gli arbitri sono passati dal 95 al 99 per cento di precisione ai Mondiali. Vogliamo evitare lo scandalo, l'ingiustizia e questo la Var lo dà. I gol in fuorigioco sono spariti, poi ci sono ancora errori di interpretazione. Cosa ho detto su Fiorentina-Inter? Non si può dire».
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