Lazio, (ri)ecco Felipe Anderson: «Mi sento più forte di tre anni fa. Con Sarri ci divertiremo»

Lazio, (ri)ecco Felipe Anderson: «Mi sento più forte di tre anni fa. Con Sarri ci divertiremo»
di Daniele Magliocchetti
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Giovedì 9 Settembre 2021, 18:20

Non è una presentazione ufficiale, ma ci va vicino. Per la prima volta da quando è tornato alla Lazio, Felipe Anderson parla del suo ritorno, di quello che ha passato negli ultimi tre anni lontano dalla Capitale e della sua nuova avventura biancoceleste e del rapporto con Sarri. Il brasiliano si racconta alla radio ufficiale e risponde alle domande dei tifosi. È contento e carico allo stesso tempo «sembra che non sono mai andato via», dice subito col sorriso e riprende: «I miei vecchi compagni e quelli nuovi mi hanno accolto benissimo. Quando ho avuto la possibilità di tornare non ci ho pensato un attimo. Tutti i miei amici di Roma coi quali ho tenuto i rapporti in questi tre anni che sono stato via mi chiedevano quando tornavo e se la trattativa fosse vera. Per fortuna tutto è andato bene e sono qui».

Un ritorno speciale, anche perché non sarà facile tornare ai livelli di qualche tempo fa, i tifosi vogliono rivedere quel Felipe Anderson, ma lui è il primo a scommetterci sopra: «Mi sento più forte rispetto a tre anni fa. Questa è l'età importante per un calciatore. Mi sento più maturo come uomo e come giocatore. Avevo un grande rapporto con la società, ma i tifosi hanno giocato un ruolo fondamentale nel mio ritorno».

Lazio, (ri)ecco Felipe Anderson

CAPITOLO PREMIER. «Ho lavorato sull'intensità e sulla forza. È un campionato bellissimo, competitivo e veloce, ma non pensano molto alla tattica che qui in Italia è fondamentale.

Lì ho imparato tanto a stare sempre bene fisicamente, era importante. Il primo anno è andato bene, il secondo un po' meno e quindi ho deciso con il West Ham di separarci. È stata comunque una bella esperienza».

MISTER SARRI. «Giocare contro le sue squadre è sempre stato difficile perché si vedeva chiaramente che si divertivano quando giocavano. Lui vuole questo e stiamo lavorando forte per arrivarci. È bello e stimolante sentire un allenatore che crede in te. Quello che posso fare è lavorare sodo per ricambiare la fiducia del mister e della società. Sono in un bel periodo della mia e ho tanta voglia di far bene qui».

IL RITORNO AL GOL. «L’ultima gara che avevo fatto all’Olimpico era Lazio-Inter, bellissima fino al termine del primo tempo. Feci un bel gol, vero, ma era più importante il risultato. Quella rete alla fine non ha contato nulla. È stato fantastico segnare di nuovo all'Olimpico. Champions League? Dobbiamo fare di tutto per lavorare bene e per riprendercela».

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SCUDO SU IMMOBILE. «Con lo Spezia, in pochi minuti ha fatto 3 gol. Con lui in campo c'è sempre il pericolo che possa segnare. È un leader, si prende cura di tutti e tutte le responsabilità. Si è preso la Lazio. In Nazionale è diverso, ma farà la differenza anche lì perché è un giocatore decisivo, i numeri parlano per lui. Può stare tranquillo perché qui lo aiuteremo a far gol e lui ci aiuterà a noi come al solito».

LA FORMA. «Per un giocatore esplosivo come me entrare in forma e stare bene è importante. Stiamo lavorando con lo staff per questo. Ogni giorno mi sento meglio. Stiamo crescendo e in pochissimo tempo raggiungeremo il livello di mantenere la costanza per tutto il campionato».

OBIETTIVO GOL. «Il primo obiettivo è aiutare la squadra a vincere tutte le partite possibili. Se ognuno fa il suo la squadra va forte. Bisogna correre per i compagni e poi i gol arriveranno, segnerò io o qualche altro compagno non farà nulla».

IL CAMBIO DI MENTALITÀ.  «Da quando sono arrivato 8 anni fa ad oggi che sono rientrato, la Lazio vuole vincerle tutte. Ha vinto tanti trofei ed è tornata in Champions League. Ci sono tante ambizioni. I calciatori si allenano duro per raggiungere i propri obiettivi. Neanche le partite in allenamento vogliamo perdere. Anche il mister è così, insieme faremo grandi cose, ne sono sempre più convinto».

I BABY FENOMENI. «Luka Romero sarà un giocatore speciale. E difficile vedere uno così giovane che sa gestire i momenti all'interno della partita. Sono rimasto colpito. Di solito si va d'istinto lui invece sa analizzare. Lui come Raul Moro son due bravissimi giovani. La loro umiltà e la loro qualità li porterà lontano».

FELIPE PIÙ MATURO. «Da giovane pretendevo di voler fare sempre le cose perfette. Non accettavo mai di sbagliare. Poi col tempo ho capito che le partite durano novanta minuti e che un errore non può condizionare tutta la gara, ma questo l’ho capito negli anni».

LOTITO. «Tra me e lui, c'è sempre stato un bel rapporto. Ha sempre creduto in me quando sono arrivato dal Brasile. Devo ringraziare sia lui che Tare con i quali c'è un bel legame. Mi hanno sempre voluto anche quando non stavo bene fisicamente».

SFIDARE IL MILAN.  «Grande sfida. Sappiamo che per arrivare ai livelli che vuole il mister ci vuole tempo. È stato bello però lavorare con due vittorie nelle prime due. Stiamo lavorando per trovare la mentalità giusta. Anche loro giocano bene ma dobbiamo pensare di vincere contro tutti».

 

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