Ellen abbatte un muro: ecco la prima donna-calciatrice in una squadra maschile

Ellen abbatte un muro: ecco la prima donna-calciatrice in una squadra maschile
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Giovedì 6 Agosto 2020, 07:34
Ellen e le sue sorelle. Della serie: incontri ravvicinati del tipo «donne nel calcio degli uomini». Dalla lavagna tattica di Carolina Morace al fischietto di Stéphanie Frappart passando per Carolina Jaramillo, oggi è l’Olanda – che di rivoluzioni nel pallone ne sa – ad aggiornare il libro delle prime volte. Si chiama Ellen Fokkema, si dice «felice di partecipare a questo piano pilota» e il piano è quello della federazione tulipana: via libera al Foarut per integrare Ellen in quarta divisione, strappo al limite dei 19 anni per giocare con i maschi in prima squadra e se la cosa funziona la regola può cambiare.

PAESI BASSI E NON 
La storia di Fokkema è fresca. Milita nel Foarut da quand’aveva cinque anni. L’anagrafe l’avrebbe costretta a scendere di categoria. «Ho chiesto se si poteva fare qualcosa e col club abbiamo presentato domanda. I miei compagni sono entusiasti. È una sfida». Una sfida spinta dal basso. «Ogni anno c’è una richiesta tipo Fokkema», così Art Langeler, direttore sviluppo per la federazione d’Olanda. Curiosità: e da noi? Misto fino ai Giovanissimi, 14 anni, poi il femminile. Cioè quel settore che Katia Serra, lunga carriera da centrocampista e una breccia aperta nel commento tecnico in tv, segue oggi per l’Aic: «Il calcio misto è formativo, non impossibile. L’opportunità a Fokkema certifica che lei in prima squadra ci può stare. I parametri atletici a un certo livello sono fondamentali ma una donna può aver sviluppato più tecnica, strategia, velocità di pensiero e tenere il campo alla grande».

LE PRIME VOLTE 
È il rosa nel calcio hombre. E il piccolo passo «local» di Fokkema alimenta l’album «global» di ruoli e battesimi. Quando Cristiana Capotondi – nuova capodelegazione dell’Italia donne – diventa vicepresidente di Lega Pro nel novembre 2018, la memoria corre a Renata Fraizzoli, prima lady operativa nel calcio, moglie del presidente dell’Inter anni 70 e 80. Quando Stéphanie Frappart, 14 agosto 2019, rompe il muro dell’arbitraggio di una finale europea, Chelsea-Liverpool di Supercoppa, l’archivio ne ricorda l’antesignana, la svizzera Nicole Petignat, ancora il 14 agosto ma del 2003, prima designata dalla Uefa a dirigere un match tra uomini: qualificazioni dell’attuale Europa League, Aik Solna (Svezia) contro Fylkir (Islanda). Una pioniera, Petignat, sulla cui scia si sono infilate di recente Bibiana Steinhaus in Bundesliga (2017) e ancora la Frappart in Ligue 1.
 
DA CAROLINA A CAROLINA
E poi Luciano Gaucci. È con lui che Carolina Morace firma il primo contratto di un’allenatrice nel professionismo maschile. Correva l’estate ‘99, la Viterbese in C1, paginata del «Time» su un’Italia che «vive di calcio ma solo quello giocato dagli uomini». In quel calcio, lato panchina, ci trovi oggi Patrizia Panico, altra ex stella coi tacchetti, vice di Paolo Nicolato in Under 21: la prima al timone di una Nazionale maschile, 22 marzo 2017, l’Under 16 che quel giorno vedeva assente il ct Zoratto. Lei: «Forse è stato varcato un Rubicone». Quello più grande provava a varcarlo ancora Gaucci nel 2003: voleva una donna nel Perugia, corteggiò i cartellini della tedesca Birgit Prinz e delle svedesi Victoria Svensson e Hanna Ljungberg, non se ne fece niente. Per raccontare di una calciatrice fra i calciatori pro, le cronache offrono il profilo di un’altra Carolina, di cognome Jaramillo: 2016, tesserata dall’Atletico Baja, squadra messicana indoor della Major Arena Soccer League. Succedeva quattro anni prima del piccolo passo di Ellen Fokkema. 
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