El Shaarawy, un Faraone tornato cuore di Roma

El Shaarawy, un Faraone tornato cuore di Roma
di Alessandro Angeloni
3 Minuti di Lettura
Sabato 13 Marzo 2021, 07:30

«Desiderato, cercato e trovato! Un gol e una prestazione da grande squadra... Serata speciale». Così El Shaarawy dopo la rete realizzata contro lo Shakhtar, direttamente dal suo account Instagram. Certo, Stephan non vedeva l’ora di raccontare questo momento. Sono passati quasi due anni dalla “fuga” milionaria in Cina, poi la pandemia vista da vicino, l’esilio a Dubai per gli allenamenti e il ritorno a Roma, con il Covid addosso. In lui c’era il sogno di tornare a casa. Casa dolce casa, qui più che a Milano, che lo ha visto crescere e che lo ha lanciato nel grande calcio. Giusto il tempo per ritrovare la condizione, per competere per un posto, nella Roma e in Nazionale, alle porte l’Europeo 2020, anche se siamo nel 2021. Stephan ha terreno  da recuperare, ma la strada è stata calpestata. Roma è la sua spiaggia, il suo angolo del mondo. Qui si sente apprezzato, qui lo adorano i tifosi, specialmente i bambini. Piace quel viso acqua e sapone, senza segni colorati sul corpo, solo con quella cresta che spicca, da sempre, da quando giocava nella primavera del Genoa, da quando è stato definito un “predestinato”. E’ la sua firma: il Faraone. Ma poi, solo a Roma è stato davvero grande. Stephan appare così, semplice, senza fenomeniti, solo il piacere per il calcio, il palleggio, la tecnica raffinata. I social usati nella maniera giusta: nessuna relazione amorosa dichiarata né sbandierata, nessun gossip, in evidenza solo il pubblico, quasi mai il privato. Ogni tanto esterna il suo amore per la Roma. La rete contro lo Shakhtar gli ha restituito il sorriso, ora si risente al centro del mondo, e di occasioni ne avrà ancora, anche perché il collega Mkhitaryan, che ieri girava con le stampelle per Trigoria, ne avrà per un po’. 
L’ULTIMO
Non segnava con la maglia giallorossa dal 5 maggio 2019 in Genoa-Roma 1-1, 41 le sue reti in giallorosso in 146 gare, l’ultima prima della Cina, il 26 maggio 2019, la sera dell’addio di De Rossi.

Contro lo Shakhtar il gol numero 500 della Roma nelle coppe europee. Sorrisi, sì, speranza di ritrovare continuità, in un ruolo un po’ diverso dal solito: meno largo e più dentro il campo, come fanno Pedro e, appunto, Micki. Fonseca lo apprezza e non lo ha forzato, ha aspettato il momento giusto per rilanciarlo: per ora cinque presenze. Si nota la voglia, perché tornare al centro della Roma era una priorità, così come lo è guadagnarsi la maglia per l’Europeo. La consacrazione definitiva in Nazionale, di questo ha bisogno. «L’azzurro è l’obiettivo di tutti coloro che praticano questo sport». Conte lo aveva illuso, Ventura lo aveva accarezzato, Mancini ci punta, lo vede come vice di Insigne e una maglia è disposto a lasciargliela. ElSha aveva capito che stando in Cina, il treno per la Nazionale lo avrebbe mancato, ora invece tutto torna in ballo, rinunciando a tanti soldi. L’Olimpico è casa sua e lo sarà anche a giugno, se la competizione, come sembra, avrà inizio. «E’ stata una grande emozione credo si sia vista anche dall’esultanza, sono contento del gol e soprattutto della prestazione della squadra. Abbiamo fatto davvero una bella partita. La Nazionale è un obiettivo di tutti quelli che giocano a calcio. C’è tanto ottimismo da parte di tutti. Dobbiamo continuare su questa strada con grande impegno». A Parma si propone per una maglia da titolare, sfidando Pedro nel ruolo di trequartista. Torna il suo vecchio compagno di reparto, Dzeko, pronto alla staffetta con Borja.

© RIPRODUZIONE RISERVATA