Roma, El Shaarawy riparte dall'Europa. «Ho più responsabilità, ma non ho paura»

foto Mancini
di Alessandro Angeloni
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Giovedì 25 Febbraio 2021, 07:30

Rieccolo l’Olimpico. Diverso, asciutto, più vuoto. Lui è tornato per sentimento, ma stasera - contro il Braga, ritorno dei sedicesimi di finale - non lo riceverà in cambio. Ma esserci è già qualcosa, anche senza i suoi tifosi. Stephan El Shaarawy ha la stessa faccia di quando è partito per l’avventura in Cina, con qualche soldo in tasca in più e con l’esperienza che lo ha migliorato come uomo là, nella zona da dove il Covid è partito. L’ultima partita in oriente con la maglia dello Shanghai Greenland Shenhua è datata 26 agosto, una vita fa. L’ultima da titolare è con la maglia della Nazionale, a ottobre, contro la Moldova, segnando una doppietta. Pochi scampoli in giallorosso poi, 19 minuti in Portogallo contro il Braga e 8 a Benevento. In sintesi, il Faraone negli ultimi quattro mesi ha giocato poco più di un centinaio di minuti. Ma si è allenato molto, da solo. E soprattutto ha sperato di tornare a Roma, prima in estate (senza successo) poi a gennaio (con risultati sognati). ElSha ha rinunciato alla cifre da capogiro che circolavano in Cina fino a prima dell’estate, è tornato con i piedi per terra: guadagna comunque bene e ora gioca con la squadra che lo ha adottato e della quale si è follemente innamorato. Nella Capitale ha messo ormai le tende. Del resto, il giallorosso è il colore che il classe ‘92 ha indossato di più: 141 volte, segnando 40 gol (in Cina la miseria di diciannove partite e 4 reti). Ha staccato di molto anche il suo Milan, con il quale aveva giocato per 102 volte segnando 27 reti. Roma è il top per lui, qui ha dato il meglio e stasera si ricomincia sul serio: da titolare, e in Europa, qui ha vissuto il sogno del quarto di Champions con Di Francesco. Rimette piedi all’Olimpico con poco fiato e una condizione fisica ancora approssimativa, ma Stephan ha bisogno di giocare, di riprendere confidenza con l’ambiente, con l’Olimpico che non vede dal 26 maggio del 2019, ultima sua partita nello stadio romano con la maglia giallorossa (l’ultima rete risale al 5 maggio dello stesso anno, contro il Genoa), contro il Parma, sera dell’addio di De Rossi. 
RUOLO E RESPONSABILITÀ
Stadio romano che rivedrà anche domenica, quando arriva la sua ex squadra, il Milan: probabile che con i rossoneri tornerà in panchina, però.

Ma ora è il suo momento, al fianco di Pedro e con Dzeko, forse. «Sarebbe un grande errore pensare al Milan ora, c’è una gara fondamentale e dobbiamo concentrarci per portare a casa la qualificazione. Il Milan sta facendo un’ottima stagione: è una squadra giovane e con personalità importanti come Ibra. Noi dobbiamo migliorare con le grandi. Spero di invertire questa tendenza. Il rientro di Totti in società? E’ stato un onore giocare con lui, ma sono dinamiche societarie in cui non voglio entrare». ElSha pronto a cambiare ruolo. Anzi, a modificarlo leggermente. «Non ho problemi, posso giocare anche più dentroil campo». Come esterno alla Spinazzola, meglio di no. Lo dice anche Fonseca. «Sento più responsabilità rispetto al passato, ma non mi preoccupa. E’ una motivazione in più per cercare di far meglio e aiutare i giovani». Si riparte dello zero due dell’andata, la qualificazione ElSha ha partecipato al raddoppio (di Borja). L’assaggio, quello, si attende il ritorno al gol. 

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