Italia, a Eder bastano un lampo e un tiro alla vecchia maniera: «​Ma il merito è del gruppo»

Eder
di Alessandro Angeloni
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Venerdì 17 Giugno 2016, 17:12 - Ultimo aggiornamento: 19:14
Dal nostro inviato

TOLOSA E' bastato un lampo, uno scatto verso il centro, un tiro alla vecchia maniera: riecco Eder, il mezzo brasiliano e il mezzo italiano, quello tanto atteso e quello che prima della partenza per la Francia ha rischiato addirittura il taglio. Lui che nelle qualificazioni era stato uno dei migliori, quello che aveva portato qualità in avanti, segnando due gol, l'ultimo a ottobre contro l'Azerbaigian. Eppure il periodo nero all'Inter (un solo gol in cinque mesi) e gli infortuni lo hanno frenato. Conte ha creduto in lui sempre, facendolo giocare titolare già all'esordio contro il Belgio, contro cui non aveva fatto gol ma aveva creato gioco e assist per compagni. Stavolta ha vinto il confronto con Ibrahimovic, un colosso d'Europa. «Nel calcio non ci sono cose scontate. Le squadra che hanno campioni faticano...», fa notare l'interista.

Zlatan non ha mai tirato in porta, lui con un tocco vellutato a pochi minuti dalla fine ha regalato la vittoria all'Italia e la qualificazione agli ottavi, con buone possibilità di qualificarsi come prima del girone. E' l'italia delle sorprese: avanti agli ottavi con un turno di anticipo, protagonisti nelle due partite i calciatori più discussi come Giaccherini, Pellè e Eder. Solo la difesa non sorpreNde più: due gare giocate e zero gol subiti. ma Italia-Svezia è la rivincita di Eder. «Il gol mi ha ricordato il primo che ho fatto in Nazionale: contro la Bulgaria. Ho fatto finta di tirare, un difensore si è spostato e poi ho calciato in porta. E' andata bene». Da due partite, l'attaccante azzurro ha ritrovato se stesso dopo il periodo buio all'Inter. «Ma non è una rivincita contro Mancini», ci tiene a precisare il man of the match.

IL PASSATO DIMENTICATO
«Il calcio è così, c'è un anno che ti capitano solo cose brutte, e poi ritrovi il gol quando meno te lo aspetti.
Sto ritrovando ora il lavoro che ho svolto all'Inter, mi sono impegnato tanto e ora sto raccogliendo i frutti. Mi sono fatto trovare pronto. Oggi ho segnato e mi sento in evidenza, ma io ero felice anche dopo la partita contro il Belgio. La dedica? Al gruppo, ma non solo ai calciatori a tutti quelli che lavorano per l'Italia», le parole dell'italo brasiliano a fine partita. L'Italia ora può sognare. «Ci abbiamo creduto fino alla fine, in questo Europeo non ci sono partite semplici. Il secondo tempo meglio del primo, una vittoria a cui tenevamo, merito del gruppo. Vediamo dove possiamo arrivare, l'importante è dare tutto e non avere rimpianti. Siamo in ventitrè e siamo tutti felici, anche quelli che non hanno giocato»...

 
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