Euro2020, è Chiesa l'anti Sterling: Mancini punta sul figlio d'arte

Euro2020, è Chiesa l'anti Sterling: Mancini punta sul figlio d'arte
di Alessandro Angeloni e Ugo Trani
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Domenica 11 Luglio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 22:48

Grigio pesante, anche se senza pioggia, su Wembley. E su Enfield, estremo nord di Londra. Lì, dentro al Training Ground del Totthemam, l’Italia ha preparato la finale dell’Europeo. È sbarcata ieri prima di pranzo a Luton, arrivando dal’aeroporto fiorentino di Peretola e si è subito spostata a Hotspur Way per scoprire il meraviglioso centro sportivo del club londinese, l’ultimo regalo del presidente-imprenditore Daniel Philip Levy. Ha alloggiato nella struttura The Lodge che non va scambiata per una foresteria. È l’albergo dove vanno in ritiro gli Spurs che lo hanno lasciato per una notte alla Nazionale di Mancini, coccolata da un centinaio di tifosi che hanno presidiato il cancello di ingresso fino a sera in attesa di una foto e di un autografo. Ragazzi e ragazze vestiti con la maglia azzurra da mostrare con orgoglio agli inglesi.

Gioia contagiosa


Il clima autunnale, con 15 gradi e qualche fastidiosa raffica di vento, contrasta con lo spirito coinvolgente dell’Italia a poche ore dalla sfida con l’Inghilterra.

Lo staff di Mancini in campo con largo anticipo ad aspettare il ct che passa dalla conferenza stampa, in remoto e aperta ovviamente anche ai giornalisti stranieri, alle one to one (interviste esclusive) con i colleghi della Rai (televisione e radio separate). Mancio parla a distanza di sicurezza, quasi tre metri, misura precauzionale che è la conseguenza del focolaio (tre positvi al coronavirus, un dipendente però lo ha scoperto appena rientrato a Firenze) nell’hotel a Wembley Park dove alloggia la Rai e dove si è fermata la Nazionale la notte prima di affrontare nella semifinale la Spagna. De Rossi, sistemati i conetti, palleggia con Evani. Nuciari chiede spazio: triangolo e scatto. Vialli, invece, è pensieroso. È in tuta. E cammina a passo svelto, accennando la corsa, attorno ai colleghi. I giocatori urlano come sempre accade quando c’è da mettere qualcuno in mezzo nel torello.

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Manca solo capitan Chiellini, anche lui impegnato con i media. In panchina si fa notare l’ospite più gradito: Spinazzola. Ha rispettato la promessa fatta ai compagni, è tornato per la finale. «Vengo a Londra, tranquilli» ha detto a Coverciano prima di rientrare a Roma per volare poi in Finlandia per l’intervento al tendine d’Achille. Il suo sorriso è quello dell’Italia che si vuole prendere l’Europeo. «Siete venuti fino a qui» scherza Mancini incrociando qualche giornalista al momento di entrare sul terreno di gioco, erba curatissima di un verde che non si è mai visto prima. Finalmente il ct è al suo posto, al centro del gruppo per il discorso di inizio allenamento. Dura poco più di due minuti e prevede la battuta finale. Che sia su ispirazione di Lino Banfi o chissà di chi, la risata successiva è comunque spontanea e rumorosa. «Diglielo tu Leone, diglielo tu» insiste il ct, chiamando in causa Acerbi. Ci si diverte anche senza palla.

 

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Qualche tentazione


Mancini chiude la giornata con l’addestramento per la finale. E prima i titolari che sono gli stessi visti in partenza contro la Spagna. Movimenti da ripetere in campo dopo aver visto quelli della nazionale di Southgate al video. Berardi è in forma e il ct prende nota. Lo vede bene sui lati, dove però Chiesa è il nostro Sterling e Insigne il tiroaggiro, e anche in mezzo, dove Immobile fatica a segnare. Il centravanti ha smesso nella fase a gironi e dopo appena 2 partite su 6. Ma dovrebbe avere la sua sesta chance nell’Europeo. L’occasione Finale.

 

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