PASSIONI
A Roma sono passati attaccanti meno prolifici, che però si sono guadagnati l’immortalità e l’amore della gente. Imparagonabili a Dzeko gli score di gente come Rizzitelli, Voeller oppure Balbo, per non parlare di Batistuta, che qui è stato Re per un anno se non meno, ma che oggi tutti ricordano con nostalgia (giustamente, anche), o di Delvecchio, l’uomo derby per eccellenza, uno che a Roma ha piantato le radici dopo 300 partite e 83 reti. Un altro che si è fatto amare, Rizzitelli, idolo della Sud e lui ancora oggi in lacrime quando vede e parla della Roma: in sei anni ha giocato 211 partite e ha segnato 55 reti; Voeller cinque anni giallo e rossi, 198 partite e 68 reti ma guai a chi tocca (giustamente, anche) il tedesco che volava. Balbo era un bomber vero, un killer da area di rigore, ma pure lui non ha i numeri di Dzeko: Abel, nei suoi cinque anni romani (più uno, quello dello scudetto del 2001), ha giocato 182 partite, segnando 87 gol. E il bomber Pruzzo, personaggio quasi mitologico da queste parti: dieci anni di Roma, uno scudetto, parliamo di 315 partite e 138 reti. Batistuta, come detto, un bomber entusiasmante, autentico trascinatore ma qui a Roma lo abbiamo visto poco, quel poco che effettivamente, è bastato: 87 partite e 33 gol. E ci fermiamo, tenendo fuori Totti che, da non centravanti come Dzeko, l’ha buttata dentro 307 volte, la media di Edin alla fine è simile solo a quella di Balbo. Dzeko quest’anno è indietro ai vari bomber come Immobile (23 reti), Ronaldo (17) e Lukaku (14). In campionato è fermo a nove gol, che però senza i rigori sono gli stessi di Lautaro Martinez e ben cinque più di Belotti. Dzeko non sarà mai un Icardi, non è certo l’Inzaghi (Pippo) dei bei tempi, è un altro calciatore: un bomber freddo. Non a caso, ora che è andato via Florenzi, è diventato il capitano della Roma: a Sassuolo domani sera con la fascia per le cento reti. La tripla cifra è alla portata. Una roba, numeri alla mano, non da tutti.
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