Roma, bomber Dzeko piace (quasi) a tutti

Roma, bomber Dzeko piace (quasi) a tutti
di Alessandro Angeloni
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Venerdì 31 Gennaio 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 08:59
Hai fatto novantanove, ora fai cento. Cento, conto paro. Cento gol con la maglia della Roma. E non è ancora il canto del cigno, giusto per citare il sopranome con cui Edin Dzeko viene chiamato: il cigno di Sarajevo. Che per molti si deve svegliare; deve segnare di più. Certo, se segnasse di più sarebbe meglio, ma quel che ha fatto con la maglia della Roma è già tanto: novantanove reti in duecentocinque presenze. La Roma è la squadra con la quale ha realizzato più gol. Sono 189 partite e 72 gol con il City, 189 e 85 con il Wolfsfburg, 45 e 16 con la maglia del Teplice. Se poi vogliamo esagerare, aggiungiamo anche i 58 gol segnati con la maglia della Bosnia, nelle centosette partite che ha giocato. Parliamo di un attaccante di peso, con una più che discreta vena realizzativa. Nella Roma, in questi anni, si è dedicato a un lavoro da attaccante di manovra, una specie di centravanti di movimento, o trequartista d’attacco. Regista offensivo e uomo squadra. Peccato che sulla carta d’identità ci sia scritto 17 marzo 1986, il che vuol, dire che fra tre mesi Edin compirà 34 anni. Questo è il vero problema. La Roma di sicuro dovrà pensare a un post Dzeko, perché gli anni passano e la lucidità viene meno. Ma per ora, è bene che Fonseca se lo tenga stretto, anche se lui deve - come si sostiene da tempo - segnare di più. Ma di più quanto? Dzeko è anche un uomo assist, proprio a completamento di quel lavoro da trequartista: in carriera, sempre in doppia cifra nel numero di palle gol. In Germania 35, in Inghilterra 39 e in Italia è a quota 42. Segna e fa segnare. Eppure a Roma si ha sempre la sensazione che Dzeko non venga apprezzato fino in fondo. Magari è una questione caratteriale, lui trasmette poca passione, chissà. Ma sui numeri c’è poco da discutere, visto che parliamo di un attaccante da una media di quasi mezzo gol a partita (0,48).
PASSIONI
A Roma sono passati attaccanti meno prolifici, che però si sono guadagnati l’immortalità e l’amore della gente. Imparagonabili a Dzeko gli score di gente come Rizzitelli, Voeller oppure Balbo, per non parlare di Batistuta, che qui è stato Re per un anno se non meno, ma che oggi tutti ricordano con nostalgia (giustamente, anche), o di Delvecchio, l’uomo derby per eccellenza, uno che a Roma ha piantato le radici dopo 300 partite e 83 reti. Un altro che si è fatto amare, Rizzitelli, idolo della Sud e lui ancora oggi in lacrime quando vede e parla della Roma: in sei anni ha giocato 211 partite e ha segnato 55 reti; Voeller cinque anni giallo e rossi, 198 partite e 68 reti ma guai a chi tocca (giustamente, anche) il tedesco che volava. Balbo era un bomber vero, un killer da area di rigore, ma pure lui non ha i numeri di Dzeko: Abel, nei suoi cinque anni romani (più uno, quello dello scudetto del 2001), ha giocato 182 partite, segnando 87 gol. E il bomber Pruzzo, personaggio quasi mitologico da queste parti: dieci anni di Roma, uno scudetto, parliamo di 315 partite e 138 reti. Batistuta, come detto, un bomber entusiasmante, autentico trascinatore ma qui a Roma lo abbiamo visto poco, quel poco che effettivamente, è bastato: 87 partite e 33 gol. E ci fermiamo, tenendo fuori Totti che, da non centravanti come Dzeko, l’ha buttata dentro 307 volte, la media di Edin alla fine è simile solo a quella di Balbo. Dzeko quest’anno è indietro ai vari bomber come Immobile (23 reti), Ronaldo (17) e Lukaku (14). In campionato è fermo a nove gol, che però senza i rigori sono gli stessi di Lautaro Martinez e ben cinque più di Belotti. Dzeko non sarà mai un Icardi, non è certo l’Inzaghi (Pippo) dei bei tempi, è un altro calciatore: un bomber freddo. Non a caso, ora che è andato via Florenzi, è diventato il capitano della Roma: a Sassuolo domani sera con la fascia per le cento reti. La tripla cifra è alla portata. Una roba, numeri alla mano, non da tutti. 
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